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Il nome Farnese in Abruzzo è sinonimo di vino dal 1538, quando la principessa Margherita d’Austria, sposata con il principe Farnese, decise di ritirarsi dalla vita di corte e costruire in Ortona lo splendido palazzo Farnese.
Fu un periodo di grande splendore per la città, con il rilancio dell’agricoltura e in particolare della viticoltura che da secoli rappresenta una delle principali attività della zona, come testimoniano i reperti conservati nel vicino museo del castello ducale di Crecchio risalenti addirittura all’epoca bizantina (XI secolo d.C.).
I vini dei Farnese venivano serviti nei banchetti delle più importanti corti europee e da allora il nome Farnese è diventato sinonimo di vino di qualità in Italia e nel mondo.
Farnese Vini nasce nel 1994 e in pochi anni di attività è diventata l’azienda leader in Abruzzo ed in tutto il Sud Italia per volumi esportati, capace di attirare l’attenzione dei maggiori esperti di settore per la moderna impostazione del progetto imprenditoriale, per i rigorosi criteri di controllo qualitativo e per la rapida penetrazione commerciale.
Farnese oggi produce 20 milioni di bottiglie, per il 95% esportate in 87 Paesi, per un fatturato di quasi 70 milioni di euro con una crescita dei volumi che negli ultimi due anni ha raggiunto percentuali da record.
Presidente e Amministratore delegato di Farnese Group è Valentino Sciotti, l’enologo capo è Filippo Baccalaro, il consulente tecnico è Alberto Antonini.
Farnese Group opera in sei delle più interessanti regioni del Centro Sud Italia:
Nelle strategie future del Gruppo Farnese, il Sud Italia rivestirà un ruolo sempre più importante perché quest’area dispone di territori di straordinaria vocazione vitivinicola, con varietà di suoli e di climi di altissimo profilo agronomico e con la presenza di alcuni dei più importanti vitigni italiani – Montepulciano, Aglianico, Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Primitivo e Negroamaro tra i rossi, Grillo, Pecorino, Greco, Fiano e Falanghina tra i bianchi – dal grande potenziale enologico, ancora tutto da valorizzare e promuovere, sui quali c’è il crescente interesse degli operatori e dei consumatori di tutto il mondo.
Per produrre grandi vini di alto livello qualitativo occorre partire da grandi uve, un’esigenza che Farnese soddisfa attraverso il “Progetto Qualità” e che prevede il rigoroso controllo della materia prima con la gestione diretta o l’affiancamento ai viticoltori terzi.
Convinti che i migliori risultati si possono ottenere solo se il lavoro è svolto da chi conosce e vive da sempre e con passione il proprio vigneto, il progetto prevede una preventiva valutazione tecnico-agronomica e l’impegno dei viticoltori a operare secondo le modalità e le tempistiche concordate con i tecnici di Farnese, con una tabella di remunerazione e di premi.
I viticoltori che partecipano al progetto, dunque, non sono remunerati per la quantità di uve prodotte ma per l’estensione del proprio vigneto e per la qualità delle uve raccolte, per fare in modo che non sia influenzata la scelta di intervenire con le operazioni di diradamento dei grappoli, necessarie per contenere le rese per ettaro.
Gli sforzi di selezione delle uve sono inoltre supportati da una grande professionalità anche nella fase di vinificazione: lo staff di Farnese è composto da 18 giovani enologi animati da grande motivazione e formati da importanti esperienze in Italia e all’estero, e impegnati a trasferire in bottiglia tutta la qualità che nasce nel vigneto.
Ricerca e sperimentazione sono altri due elementi distintivi dell’impegno di Farnese focalizzati alla valorizzazione dei territori di riferimento del Centro-Sud Italia, e riguardano da un lato i principali vitigni storici autoctoni, dall’altro l’adozione di nuovi vitigni, anche internazionali, con l’obiettivo di competere con un’ampia gamma di prodotti e nei diversi segmenti di mercato.
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