Tu sei qui

Il vino Arneis

12 Settembre 2018
Il vino Arneis
5
5 / 5 (su 6 voti)

Da l'Enologo - n°5 Maggio 2018 - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

Cortese, Arneis, Erbaluce e Timorasso sono i grandi bianchi che sintetizzano alla perfezione la produzione dei bianchi piemontesi. L’Arneis, nella zona del Roero, partecipa per l’85% nella Doc Langhe, oltre a essere vinificato in purezza con il nome di Roero Arneis Docg.

Vino Arneis: cenni storici

I primi riferimenti scritti attribuibili all’Arneis risalgono al XIV secolo con la denominazione “vinum renesij” per indicare il nome del bric Renesio, posto alle spalle del paese di Canale, dove era coltivato. Nello stesso periodo a Chieri (To), nei primi decenni del 1400, era protetta la coltivazione dell’Arneis che veniva denominato come “vites noscatelli sive ranasysii”. Nel XV secolo lo statuto di Buttigliera d’Asti stabiliva che, a differenza degli altri vini, il vinum renesii poteva essere venduto a prezzo libero, come il Moscato.

Nel 1478 si cita il nome di “Reneysium”, un’altura collinare dietro Canale, da cui si indica l’origine del nome Arneis (Berta e Mainardi, 1997). Secondo altri autori dalla stessa denominazione “vinum renesij”, deriverebbe la volgarizzazione, avvenuta nel 18° secolo, in Arnesio (Mainardi e Berta, 2010).

Molta confusione sulle origini dell’Arneis deriva dal fatto che gli Albesi conoscevano una sola uva bianca, il Moscato, e come era loro abitudine ribattezzavano tutte le uve bianche come “Bianchetto” o “Bianchetta” (Dell’Olio e Macaluso, 1965). Il Gatta (Gera,1845), descrive invece una Malvasia Bianca, così la identificano nel Biellese, o Nebbiolo bianco o Trebianc tardif, le cui caratteristiche ampelografiche e le attitudini colturali si avvicinano molto all’Arneis.

Vino Arneis: Asti
La Chiesa di Asti, terra dove nasce il vino Arneis

Della Chiesa (1635), autore del “Relazione dello stato presente di Piemonte”, conferma che i vitigni bianchi, tra cui il “Nebbiolo bianco”, così lo indica il Croce (1606), assicuravano dei buoni vini (Berta e Mainardi, 1997). Lo stesso Croce entra nel merito della diversa utilizzazione dei vitigni: mentre le Malvagie e il Moscato si prestano alla produzione di vini secchi, le altre varietà (Erbaluce, Vernazza, Cascarolo, Nebbiolo bianco) vengono consigliate per bianchi dolci (Berta e Mainardi, 1997).

Il di Rovasenda (1877) cita l’Arneis di Corneliano d’Alba. Viala e Vermorel (1909) lo indicano coltivato sui colli di Saluzzo e si limitano a definirlo assai produttivo, caratteristica già indicata dal di San Giovanni (1879), che lo segnala diffuso nella zona collinare del circondario di Alba. Il Garoglio (1953) lo cita con il nome di Bianchetto e/o Bianchetta, considerandolo come un vitigno sporadicamente coltivato in tutto il Piemonte nell’800, ma non di pregio.

In ogni caso aveva anche i suoi estimatori, tra cui Carlo Alberto di Savoia, che pur di bere il Nebiulìn comprò i poderi a Santa Vittoria d’Alba.

Varie sono le ipotesi sul come il Nebbiolo bianco sia riuscito a conservarsi sino alla sua riscoperta, oltre a quella sopra anticipata: si narra che le famiglie povere, nell’avviare all’abito talare i propri figli, avessero l’obbligo di fornire alla comunità religiosa il vino bianco per la Messa. Non mancano altre leggende come quella attribuita a un discendente della famiglia Malabaila, - subentrata alla signoria dei Roero nel 1512-, che per compiacere alla propria moglie, di origini nordiche, impose ai propri sudditi la coltivazione di alcune viti d’uva bianca in ogni podere.

Sulla derivazione dell’attuale nome si sono fatte diverse ipotesi, delle quali, la più probabile è legata al nome della collina che si erge alle spalle di Canale chiamata all’epoca “Bric Renesio”. L’uva che vi veniva prodotta ne prese il nome e con il passare degli anni, prima fu chiamata Ormesio, e successivamente, fra il 1700 e il 1800, Arnesio per poi arrivare all’attuale nome Arneis (Ricciato, 2009). Un'altra ipotesi vuole che il nome Arneis derivi dal termine piemontese arnèis, ossia un personaggio birichino, in quanto considerato un vitigno difficile.

Il vitigno del vino Arneis

Portamento: semieretto e vigoria elevata. La foglia è media, pentagonale, quinquelobata, seno peziolare a V stretto, talora con dente, seni laterali superiori a U aperto, profondi, seni laterali inferiori a U, corti; pagina superiore glabra.

Il grappolo è medio, conico-cilindrico, con due ali evidenti, corto, compatto; peduncolo corto, grosso, erbaceo, con acino medio-piccolo, sferico, buccia di colore giallo-verdognolo, con sfumature ambrate se esposto al sole, ombelico evidente, molto pruinosa, spessa; polpa succosa a sapore neutro.

Vino Arneis: il vitigno
Il vitigno del vino Arneis presenta un grappolo medio

Il tralcio è tendenzialmente lungo, ramificato, fragile, sezione circolare, ellittico, striato, di colore nocciolo-violaceo, nodi globosi, violacei; gemme coniche, appuntite, uncinate a base larga; poco più di medio lo sviluppo delle femminelle. Epoca di germogliamento: precoce (prima decade di aprile), epoca di raccolta: seconda epoca (prima decade di settembre) Resistenza al freddo primaverile: scarsa, mentre è buona la resistenza al freddo invernale Sensibile alle malattie crittogamiche, meno a quelle abiotiche: è scarsamente sensibile alle carenze nutrizionali, alla siccità, al vento. Anche la resistenza alla clorosi è buona.

La selezione clonale del vino Arneis

La rapida adozione del vitigno nei vigneti del Roero, in particolare, ha attivato i processi di selezione. Oggi sono disponibili i cloni: Cvt Cn 15, Cvt Cn 19, Cvt Cn 32, Vcr 1, Vcr 2, Vcr 4. Di questi gli ultimi due sono indicati anche per la produzione di vini spumanti. (Tab.1)

La coltivazione del vino Arneis

Diffusione: coltivato prevalentemente nel Roero, zona viticola posta alla sinistra del fiume Tanaro, ma è presente anche sulla riva destra nel Barolo e Barbaresco. Lo si trova anche in Liguria e sporadicamente nella provincia di Sassari.

Il suo territorio di elezione, il Roero è caratterizzato dalla formazione delle rocche, fenomeno geologico che prende il nome di “cattura del Tanaro”, col quale si indica il cambiamento di percorso che il fiume subì in conseguenza di un movimento della crosta terrestre.

Il Vino Arneis: Tab. 1
Tab. 1 - Le caratteristiche delle selezioni clonate del vino Arneis

Questa particolare evoluzione ha portato alla formazione di strati alternati di Sabbie Argille e Calcare, che possono trovarsi miscelati in maniera diversa tra loro a seconda delle zone. La presenza delle sabbie è determinante nei profumi e nelle strutture dei vini che arrivano da quest’ara.

Terreni più idonei: alternanza di strati di sabbia-argilla con calcare, che possono trovarsi miscelati in maniera diversa tra loro a seconda delle zone; preferibile l’esposizione nelle zone più fresche. Possiede una ottima affinità d'innesto con i portinnesti sui quali è più comunemente coltivato: Kober 5BB, SO4, 775 P, 1103 P.

L’Arneis ha una buona affinità con R.du Lot, 420 A, 157-11, 161-49, mentre la combinazione con 779 P, 140 Ru, 41 B, dà rese piuttosto basse.

Densità d’impianto minima: 3500 ceppi/ha, lo standard è tra le 4 e 5000 piante per ettaro, normalmente allevate a controspalliera, con potatura a Guyot con capo a frutto di 10-12 gemme. Fertilità basale buona con inserzione del primo grappolo sul secondo o terzo nodo. L’Arneis è un vitigno generoso con produzioni unitarie buone e costanti, superiori ad altre varietà coltivate in loco. Si presta bene a potatura e vendemmia meccanica. (Tab.2)

Il Vino Arneis: Tab. 2
Tab. 2 - Le caratteristiche delle selezioni clonate del vino Arneis

È coltivato da alcuni anni nel Sud dell’Australia (King Valley della North East Victoria; nella Penisola Mornington e in Riverland Wine) oltre che in California.

Vino Arneis: i vini

Sino agli anni ’70 veniva vinificato in uvaggio con la Favorita oppure, qualche volta, veniva aggiunto al Nebbiolo per farne ripartire la fermentazione.

Nella zona del Roero lo chiamavano “ca-mussa”, ossia vino mussante, che aveva nella rifermentazione il maggiore dei suoi pregi e che la faceva da padrone sul mercato piemontese e ligure. Oggi l’Arneis origina nel suo luogo d’elezione una Docg: il “Roero”. E tre vini Doc: Langhe, Piemonte, Terre Alfieri. Può concorrere a 14 vini a Indicazione geografica della Sardegna.

La vinificazione del vino Arneis

La vinificazione dell’Arneis è prettamente classica, “da bianchi , volta a preservare il più possibile profumi e aromi varietali. Tendenzialmente non bisognerebbe definirlo come un vitigno aromatico (come il Sauvignon, ecc.), ma tuttavia la sua grande ricchezza di note floreali e fruttate è sicuramente determinante nel contraddistinguersi dagli altri vini bianchi, come anche la piacevolezza e la freschezza.

Raggiunta quindi una buona maturità, la raccolta dell’uva andrebbe effettuata in cassette cercando di mantenerla più fresca possibile per evitare compattamenti e problemi di perdita precoce di profumi.

Vino Arneis: raccolta dell'uva
La raccolta dell'uva in cassette del vino Arneis

Si procede quindi ad una diraspa-pigiatura molto soffice volta a non lacerare troppo le bucce, per evitare estrazioni indesiderate e concentrazione spiacevole di colore (data la medio-alta presenza di catechine ). Anche se la temperatura risulta ottimale, l’aggiunta di ghiaccio secco aiuta a preservare da ossidazioni durante il breve periodo di macerazione a freddo a 10-12°C. Si procede quindi con una pressatura molto soffice, cercando di mantenere la pressione di esercizio bassa con cicli di pressatura lunghi, limitando a minimo gli sgretolamenti. La resa tendenzialmente non supera il 60-65%.

In vasca, si lascia decantare il mosto a freddo a 10-12°C chiarificandolo fino a raggiungere NTU di circa 100-150. Si procede quindi all’aggiunta di un lievito selezionato specifico e la fermentazione alcolica viene svolta ad una temperatura di 15-18°C. Per preservare al massimo profumi e aromi si tende a lavorare in completa riduzione, anche se in alcuni casi specifici un arieggiamento della massa a 1/3 - 1/2 di fermentazione alcolica potrebbe risultare utile.

A fine fermentazione, con zuccheri residui desiderati, si raffredda nuovamente il vino per evitare la fermentazione malolattica. Il periodo di affinamento viene svolto in acciaio per alcuni mesi fino alla preparazione all’imbottigliamento.

Il Vino Arneis: le note sensoriali

I vini di Arneis si presentano di colore giallo paglierino scarico, con riflessi verdognoli, profumo fruttato, mela e agrumi, floreale di fiori bianchi (biancospino e acacia), leggeri sentori di nocciola, di corpo, acidità moderata, delicatamente agrumata, gusto fruttato di mela e pera, retrogusto leggero di mandorla, persistente in bocca.

Sono vini da consumo pronto, tuttavia si prestano a breve invecchiamento essendo abbastanza resistenti all'ossidazione.

Con l’appassimento delle uve si ottengono vini dolci con profumi di frutta esotica e gialla matura (albicocca e pesca) e di mela, morbidi, delicati con sentori di miele di acacia.

Da l'Enologo - n°5 Maggio 2018 - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

Ti è piaciuto questo articolo? Votalo!

Se l'articolo ti è piaciuto, metti le 5 stelline!

Altri articoli simili a "Il vino Arneis"

I commenti dei nostri lettori

Aggiungi un commento