Strada del vino dei Castelli Romani
La Strada del vino dei Castelli Romani rimanda, nell'immaginario collettivo, a tradizioni enogastronomiche di sapienza antica in cui il protagonista indiscusso è il vino del Lazio. Il territorio dei Castelli Romani è oggi un'area che ha metabolizzato in sé le influenze delle varie epoche storiche: si pensi, ad esempio, alla sua denominazione che rappresenta l'eredità di un passato feudale legato alle casate nobiliari e ai loro castelli.
La viticoltura si espanse esponenzialmente con l'assegnazione dei terreni ai reduci di guerra, una pratica iniziata già dopo la prima metà degli anni '70 del XIV secolo, durante la Guerra di Cipro e valida fino ai reduci della Grande Guerra nel primo ventennio del 1900.
La morfologia collinare del territorio ha modificato progressivamente la disposizione areale delle colture viticole. La pregiata uva dei vigneti che sorgevano sui cosiddetti “terreni casalini” scomparve con la fine dell'epoca pontificia e seguì la specializzazione dei vigneti orientati alla produzione di uva da vino. Le colture viticole sorgono a piè delle colline e ne risalgono le pendici fin dove è possibile lavorare il terreno con l'ausilio delle macchine agricole. Proseguendo verso l'alto, a contornare i vigneti sono posti gli oliveti e, infine, le fasce altimetriche superiori sono destinate ai castagneti, anticamente deputati alle esigenze alimentari degli abitanti e in seguito convertiti in castagneti da legname.
In questo territorio multiscalare si dipana la Strada del vino dei Castelli Romani, progetto che nasce grazie alla Camera di Commercio di Roma e all'Agrocamera (Azienda Speciale per lo sviluppo e la promozione del settore agroalimentare). Il territorio interessato è vastissimo, con molti elementi di valore culturale ed ambientale: la Strada del vino dei Castelli Romani non è quindi solo un itinerario alla scoperta delle origini del vino, ma un intreccio quasi ancestrale tra il luogo e le tradizioni a cui partecipano aziende vitivinicole, enoteche, ristoranti, alberghi, osterie, agriturismi, cantine e botteghe artigiane aderenti. Ogni visitatore può decidere autonomamente se seguire gli itinerari tematici appositamente segnalati o immergersi autonomamente in questa realtà, cercando e costruendo un percorso ex-novo guidato dai gusti e dai sapori personali.
I comuni della Strada del vino dei Castelli Romani
La strada del vino, per la sua geografia, è anche un percorso naturalistico che si estende su un'area vulcanica abbracciata dai Colli Tuscolani e i Colli Albani e che al suo interno abbraccia il Monte Cavo e il Monte Faete. La zona chiamata Monte Cavo ospita i due laghi vulcanici di Albano e Nemi a cui si aggiungono quelli bonificati di Ariccia e Pavona.
I Comuni in cui il percorso enogastronomico si declina nei molteplici itinerari territoriali dedicati al vino ed alla vite sono numerosi:
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Albano
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Ariccia
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Castel Gandolfo
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Ciampino
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Colonna
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Frascati
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Genzano
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Grottaferrata
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Lanuvio
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Marino
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Montecompatri
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Monte Porzio Catone
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Rocca di Papa
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Rocca priora
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Velletri
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Zagarolo
L'area dei Castelli Romani racchiude 7 estese, differenti aree di produzione di vini D.O.C.
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Colli Albani
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Colli Lanuvini
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Frascati
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Marino
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Montecompatri
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Velletri
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Zagarolo
I vini della Strada dei Castelli Romani
I vitigni a bacca bianca erano e sono di certo i più diffusi nel territorio dei Castelli Romani.
In passato la denominazione della varietà e il metodo di allevamento dei vitigni erano legati al luogo di coltivazione; la tecnica di coltura più diffusa era la “canocchia” e i vigneti locali erano denominati in vario modo come ad esempio pecorino, romano, procanico e fil di ferro. Al fine di riordinare tutti i vitigni locali, definendone le caratteristiche, alla fine dell'Ottocento e agli inizi del secolo scorso, venne istituita una commissione speciale, il cui frutto del lungo lavoro è rappresentato dall'attuale selezione e assortimento dei diversi vitigni bianchi.
Tale selezione e assortimento nasce dalla volontà e dalla sapienza di integrare e mescolare le diverse uve per ottenere un vino bianco dal sapore fresco, delicato e sinuoso. Le uve sono sapientemente miscelate per la produzione con un criterio che mira ad integrare e a bilanciare tra loro le diverse e specifiche caratteristiche. Per esempio la Malvasia bianca di Candia, importata dai reduci della Battaglia di Lepanto, grazie ai suoi raccolti molto abbondanti. La Malvasia del Lazio o puntina ha invece una produzione meno abbondante ma è preziosa e pregiata per i suoi sentori aromatici. Il Trebbiano toscano, proprio per la sua raccolta abbondante e la delicatezza dei sentori, viene usato per legare gli aromi delle altre uve . Ricordiamo inoltre il Trebbiano giallo, o Greco o Grechetto, poco abbondante ma ricco di aromi, il Trebbiano verde, tipico per il suo naso floreale. Altre uve della zona sono il Bellone, il Cacchione e il Bombino bianco.
Fra i vini bianchi della Strada dei Castelli Romani spicca il Frascati, prodotto nelle aree di Frascati, Grottaferrata e Monte Porzio Catone, dai vitigni di Malvasia bianca di Candia e di Trebbiano toscano per il 70% almeno e dal Greco e dalla Malvasia per massimo il 30%.Si contraddistingue per il colore paglierino, per il profumo delicato e per il sapore morbido e vellutato.
Lo Zagarolo, prodotto maggiormente nel Comune omonimo, è un vino bianco che nasce dal vitigno della Malvasia (massimo 70%) e dal Trebbiano (per almeno il 30%). Dal colore giallo paglierino intenso e dall'odore gradevole, lo Zagarolo ha note morbide e delicate al palato.
La produzione vinicola di Marino, che con la sua storica ed annuale Sagra dell'Uva la prima domenica di ottobre attira le folle per assistere al “miracolo delle fontane da cui esce il vino”, offre un vino bianco dal colore giallo paglierino e dall'odore vinoso e fruttato. Il vino di Marino dal sapore fruttato che in proporzione al residuo degli zuccheri può essere secco, amabile, abboccato e dolce, nasce dal vitigno della Malvasia bianca di Candia (massimo il 60%) a cui si aggiungono dal 25% al 55% i vitigni del Trebbiano e quelli della Malvasia del Lazio distribuita su intervallo dal 5% al 45%.
Tra i vitigni a bacca rossa presenti sul territorio dei Castelli Romani meritano menzione il Cesanese comune, il Merlot, che conferisce al vino un sapore fruttato, il Montepulciano e il Nero Buono o Nero di Cori, molto valorizzato recentemente dai produttori. Ricordiamo infine il Sangiovese, che garantisce raccolti molto abbondanti e alto potenziale di invecciamento al vino e il Cerasuolo. Fra i vini rossi, uno dei più conosciuti ed apprezzati è quello prodotto nell'area di Velletri. Dai vitigni di Sangiovese e Montepulciano nasce un vino di colore rubino brillante, dall'odore intenso e dal sapore deciso e tannico
Strada del vino dei Castelli Romani: (eno)gastronomia
Il vino può accompagnare perfettamente i cibi, abbinandosi e combinandosi per esaltare i diversi sapori.
La tradizione gastronomica dell'area dei Castelli Romani, indissolubilmente legata a quella romana, è di origine contadina, dunque una cucina genuina, casalinga, casereccia. Fra gli antipasti non possono mancare la bruschetta e la panzanella.
Le minestre ed i primi piatti rappresentano alla perfezione le origine semplici, ma sapienti, della cucina dei Castelli Romani. Famosissima la zuppa di Cavalicchi, con cavolo nero di Velletri e baccalà bollito con altre verdure e servita su crostoni di pane. Gli spaghetti cacio e pepe, i bucatini all'amatriciana, la polenta con le salsicce o con le spuntature di maiale e gli gnocchi con ragù di carne sono tra i primi piatti più apprezzati e preparati nella zona. I secondi piatti più conosciuti sono l'abbacchio cotto al forno con patate, il pollo alla diavola e le lumache di San Giovanni, piatto tradizionale della notte del 24 giugno (evento molto festeggiato ai Castelli). Anche il pane, cotto a legna ed a lunga lievitazione ha un sapore antico e croccante. Addirittura il pane di Genzano è tutelato dalla denominazione d'origine.
Obiettivo della Strada del vino dei Castelli Romani è quello di integrare le risorse vitivinicole con quelle turistiche e territoriali, promuovendo percorsi che valorizzino la storia e la cultura locale, le tradizioni gastronomiche, la natura e l'archeologia del luogo. In uno scenario d'incanto: natura rigogliosa e verdeggiante, resti antichissimi di civiltà, ville rinascimentali e barocche, chiese, conventi e meravigliose distese di viti.
E con la splendida ospitalità degli abitanti della zona dei Castelli.
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