Il vino in Abruzzo, custode di preziosi vitigni autoctoni
Caratterizzato da un territorio in parte aspro e duro, l'Abruzzo nasconde come in uno scrigno i suoi gioielli vinicoli autoctoni.
Dai monti al mare, in circa 50 Km di paesaggio unico si trovano altipiani, dolci colline, ambienti lussureggianti e particolarmente incontaminati; si incontrano coltivazioni di olivo e vite che degradano fin quasi sul mare. La terra d'Abruzzo rappresenta quindi la sintesi perfetta di ciò che il nostro Paese può regalare, una sorta di "Italia in miniatura" in un connubio tra modernità e tradizione tutto da scoprire.
Alla scoperta del territorio vitivinicolo dell'Abruzzo
Il territorio abruzzese è prevalentemente montuoso specialmente nella parte occidentale. Scendendo verso est le montagne, che ricoprono il 65% dell'intero territorio, lasciano il posto ad una ampia zona collinare che si estende fino alla costa, caratterizzata da terreni argillosi, ghiaiosi e con arenarie e delimitata dalla catena degli Appennini ad ovest ed il mare ad est, che la rendono quasi sospesa tra il mare e le incombenti montagne. Il clima è mediterraneo sul versante appenninico e continentale all'interno.
La coltivazione della vite si concentra sulla colline litoranee e in alcune zone collinari interne, anche grazie all'azione del Gran Sasso e la Majella. I due giganti appenninici, infatti, riparano la costa dalle masse umide provenienti dal Tirreno e generano forti escursioni termiche che, associate ad una buona ventilazione ed un terreno permeabile ed asciutto, creano l'habitat ideale per la vite.
La storia del vino in Abruzzo
La coltivazione della vite e la produzione di vino hanno segnato profondamente la storia, le tradizioni e il lavoro degli abruzzesi fin da epoche remote. Durante l'Impero romano Ovidio, abruzzese ante litteram, apprezzava le qualità del vino della regione, la cui coltivazione si deve ai Fenici e ai Greci, così come Marziale, vissuto circa cento anni più tardi, il quale testimoniava come i vini abruzzesi imbadissero le tavole dei nobili romani.
Fino al Rinascimento, la viticoltura abruzzese si concentrò prevalentemente nella Valle Peligna, in provincia de L'Aquila la quale, insieme all'alta Valle del Pescara, rappresentava la zona di maggiore produzione enoica della regione.
Dopo l'arrivo della filossera che nei primi decenni del Novecento determinò una contrazione di vigneti ed uve, l'enologia abruzzese fu all'insegna di una dimensione bipolare fatta di Montepulciano e Trebbiano, che vedeva quest'ultimo quale protagonista assoluto del periodo post fillossera. Se durante gli anni Settanta e Ottanta il vino abruzzese era sinonimo di bassa qualità, negli anni successivi, sulla scia di una generale riscoperta della produzione enologica che ha caratterizzato il nostro Paese negli anni Novanta, si è assistito ad una rinascita della produzione enologica abruzzese che ha visto l'intero territorio prendere coscienza della potenzialità e qualità delle proprie uve, con una viticoltura sempre più specializzata che ha via via abbandonato le aree più difficili per ridistribuirsi in quelle più vocate della collina litoranea.
La DOCG Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane
Il vino Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane è un vino rosso a Denominazione di Origine Garantita (DOCG), stabilita con Decreto Ministeriale del 20/2/2003 poi modificato nel 2009.
Prodotto in numerosi comuni della provincia di Teramo, questo vino si ottiene da uve Montepulciano min. 90%, alla cui produzione possono concorrere anche le uve provenienti dal vitigno Sangiovese fino ad un massimo del 10%.
Il Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane è un rosso maestoso e possente, caratterizzato da abbondanti tannini, da morbidezza e da una buona logevità.
Alla luce di queste caratteristiche ben si comprende perchè il Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane sia stato definito "il classico pugno di ferro in guanto di velluto” dal noto giornalista degustatore Daniel Thomases.
Se invecchiato per almeno tre anni prima di essere messo in commercio, di cui almeno uno in botti di rovere i di castagno e 6 mesi di affinamento in bottiglia, il Montepulciano d'Abruzzo può fregiarsi della qualifica Riserva.
I vitigni coltivati in Abruzzo
Per quanto concerne i vitigni, la regione Abruzzo può vantare una grande biodiversità nella coltivazione della vite. Il 60% dei vitigni sono a bacca rossa, il restante 40% a bacca bianca.
I vitigni a bacca bianca dell'Abruzzo sono:
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Trebbiano d'Abruzzo, forse il migliore fra i Trebbiani;
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Monsonico.
I vitigni a bacca rossa dell'Abruzzo sono:
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Montepulciano d'Abruzzo: nasce da terreni collinari la cui altitudine non deve superare i 600 metri. Le uve presentano una forte carica antocianica, una buona acidità e un buon titolo zuccherino. Dal vitigno Montepulciano d'Abruzzo viene prodotto vino Rosso, Cerasuolo d'Abruzzo DOC e Riserva. Il vitigno ha questo nome perchè i commercianti di lana toscani ne riconobbero una somiglianza con le loro uve e pensarono fosse una mutazione del Sangiovese. Analisi biochimiche ne attribuiscono invece la provenienza alla Valle Peligna;
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