Vendemmia 2017: la più scarsa dal 1947
Da l'Enologo - n°11 Novembre 2017 - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani
A memoria d'uomo non si ricorda una stagione come quella in corso, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un'inusuale ed eccezionale portata. Ad aprile un'ondata di gelo ha attraversato la Francia, la Spagna e tutto il nostro Paese, "bruciando" molti germogli ormai già ben sviluppati, e quindi, purtroppo, non più in grado di fruttificare. Un lungo periodo di siccità, fatte salve alcune regioni del nord, ha messo a dura prova i vigneti del centro-sud, che hanno dovuto subire anche una straordinaria ondata di caldo, che ha coinvolto anche il Nord, iniziata sin da maggio, raggiungendo il suo apice nei mesi di luglio e agosto (il termometro ha fatto spesso registrare valori al di sopra dei 40 °C).
I vigneti del nord hanno invece potuto beneficiare, nello stesso periodo, di provvidenziali piogge, anche se spesso accompagnate da forti grandinate che, in alcuni casi, hanno compromesso la produzione. Fortunatamente si riscontrano anche delle zone che non hanno avuto problemi, grazie a qualche pioggia estiva e soprattutto all'oculata e scientifica gestione dei vigneti, o all'eventuale disponibilità di acqua da irrigazione e alla naturale resistenza a questo clima estremo di alcune cultivar specialmente indigene. Soprattutto, ciò che ha consentito di ottenere in alcuni siti produttivi quantità e qualità buone se non ottime è stata la nostra trasversalità territoriale e la nostra grande biodiversità unica al mondo.
La produzione del vino decimata nel 2017
I dati elaborati dalle Sedi territoriali di Assoenologi (Tab.1) evidenziano una produzione di oltre 15 milioni di ettolitri in meno rispetto allo scorso anno.
Tutte le regioni italiane hanno, infatti, fatto registrare consistenti decrementi produttivi con punte medie anche del 45% in Toscana, Lazio/Umbria e Sardegna. Con 38,9 milioni di ettolitri il 2017 si colloca al secondo posto tra le vendemmie più scarse dal dopoguerra ad oggi, superata solo da quella del 1947 (36.4 milioni di ettolitri).
Purtroppo, il perdurare della siccità e delle alte temperature al centro-sud, aggravato anche dalla grande carenza di riserve di acqua nei terreni, si è protratto anche per lunga parte del mese di settembre causando un'ulteriore perdita di peso dei grappoli, che ha fatto scendere la produzione di questa campagna sotto i 40 milioni di ettolitri.
Solo in alcune aree c'è stato un lieve miglioramento grazie alle precipitazioni del mese di settembre, che hanno contribuito a migliorare più i livelli qualitativi che quelli quantitativi.
La qualità molto eterogenea delle uve nel 2017
Le uve, da un punto di vista sanitario, sono state conferite alle cantine perfettamente sane, ma con differenti maturazioni anche all'interno di uno stesso vigneto e, spesso, con grappoli molto disidratati. La qualità, pertanto, risulta quest'anno alquanto eterogenea, complessivamente abbastanza buona, ma con diverse varianti che evidenziano punte di ottimi livelli qualitativi e altre, dove il clima si è particolarmente accanito, di livello inferiore. Quest'anno più di altri, ha giocato un ruolo determinante l'approccio scientifico degli enologi, in particolare nella conduzione dei vigneti.
Da l'Enologo - n°11 Novembre 2017 - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani
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