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Puglia, la regina dei vini rosati

22 Dicembre 2016
Puglia, la regina dei vini rosati
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La Puglia, insieme a Veneto, Emilia Romagna e Sicilia, è una delle quattro regioni italiane con la più alta produzione di vino.
La Puglia vanta inoltre la più abbondante produzione di  uva da tavola: con ben 100.000 ettari di superficie vitata, concentrata per lo più in pianura, la Puglia rappresenta i 3/4 della fornitura nazionale di uva da tavola.

Fino a poco tempo fa la produzione vinicola era concentrata più sulla quantità che sulla qualità: la Puglia forniva infatti vino sfuso al Nord Italia al fine di apportare grado alcolico e colore ai vini settentrionali. Oggi, tuttavia, la qualità dei vini pugliesi si è notevolmente alzata, facendosi riconoscere come la regione italiana dai grandi rosati e conquistando l'intero mondo per la morbidezza, rotondità e struttura dei suoi ricchi vini rossi.

Uno sguardo al territorio vitivinicolo della Puglia

trulli Puglia e vitigno
Tipico territorio pugliese, con i trulli a fare da sfondo ai vitigni

La Puglia si caratterizza per una spiccata mutevolezza del territorio: a fronte del'1,5% di rilievi montuosi, rendendola così una delle poche regioni italiane senza montagne, il territorio pugliese è per un bel 53,2% pianeggiante e il restante 45,3% collinare, dove si concentra la produzione vitivinicola di qualità della regione.

Il "tacco dello stivale" della penisola italiana, caratterizzato da oltre 800 chilometri di costa che si incunea dolcemente nel Mar Mediterraneo, possiede tantissimi fattori utili per la produzione della bevanda cara a Bacco: il clima, il sole, l’aria e pure il terreno, di terra rossa fertile su roccia grigia, offrono alla vite la giusta sistemazione per la coltivazione dei vini tipici pugliesi, i quali sono parte integrante di un patrimonio millenario.

Inoltre, il clima mediterraneo, sebbene non conferisca una notevole eleganza e profumi, dona ai vini una grande morbidezza e un’imponente struttura, che dal punto di vista della produzione enologica si traduce in vini autentici dal forte carattere identitario.

Storia del vino in Puglia

Il vino pugliese era apprezzato fin dai tempi dell'Antica Roma: Plinio Il Vecchio e Marziale cantavano le lodi dei vini di Brindisi, Canosa e Taranto.

Federico II Svevia
Federico II Svevia, fra i maggiori innovatori del patrimonio enologico pugliese

Una tradizione vinicola, quella pugliese che dall'Imperatore Federico II di Svevia, cui si deve l'introduzione di nuove varietà di vitigni da Oriente, sembrò prosperare nei secoli come indicato nel "Tractatus de vinea, vindemia et vino" del 1629. Si tratta di un tassello importante nella ricostruzione dell'identità storico-culturale pugliese, in cui troviamo traccia di discrizioni accurate dei vini di Cisternino, Gravina, Polignano, Nardò e del Moscato di Trani.

Nonostante gli stimoli per una maggiore agricoltura di qualità della seconda metà dell'Ottocento alimentati dal Duca di Bisaccia, che nel nord della regione pose le basi per una viticoltura moderna, e dalla famiglia Jatta a Rovo di Puglia, più a sud rispetto alle terre del duca di Bisaccia, la lavorazione delle uve in Puglia si muoveva senza alcun ausilio tecnico, orientandosi sulla produzione di vini dozzinali a buon mercato.

Dopo anni di produzione basata sulle alte rese per ettaro di vini soprattutto da taglio, provenienti per lo più da uve non locali molto produttive (come Trebbiano, Sangiovese e Barbera), attualmente la regione sta vivendo un periodo di notevole sviluppo nel settore vitivinicolo. In particolare, in Puglia si sta cercando di valorizzare il territorio raggiungendo dei livelli qualitativi di tutto rispetto per alcuni vini soprattutto a base di vitigni autoctoni.

Sebbene la quota di  vini a DOC e DOCG sia ancora modesta (circa il 12%), essa è in crescita rispetto alla fine degli anni Novanta dove i vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita rappresentavano solo il 3% del totale della produzione enologica pugliese.

Mappa vini Puglia
La mappa dei vini della Puglia

Un viaggio alla scoperta delle zone vitivinicole della Puglia

La Puglia si può suddividere in tre territori che individuano distretti vinicoli ben definiti e fortemente ancorati ai vitigni tipici che ne contraddistinguono le produzioni.

I vitigni del Salento

Il Salento è la punta estrema della regione, una vera e propria lingua di terra circondata dal mare fra l'Adriatico e lo Ionio. Si tratta di un territorio molto assolato, il cui clima mediterraneo si caratterizza per le costanti brezze marine che contribuiscono alla salubrità delle uve con la loro naturale azione antiparassitaria. Il suolo è di natura prevalentemente calcareea, dal buon drenaggio e di color rosso-ocra per la presenza di ferro, capace di offrire un habitat ideale a diverse varietà di uva, conferendo delicate sfumature di carattere ai vini.

I maggiori vitigni coltivati in Salento sono:

  • Primitivo: forse nativo della Dalmazia, inizialmente è arrivato nell'Altopiano delle Murge per poi essere spostato in Manduria. Ha bisogno di affondare le proprie radici in profondità per cercare fresco.

    È un vitigno a maturazione precoce (da qui il nome "Primitivo"), già pronto per la vendemmia i primi di settembre: per questo è stato usato per molti anni come uva da taglio dei vini del Nord, pronti molto più tardi. Presenta un sistema di allevamento ad alberello.

    È gemello dello Zifandel della California, con cui condivide lo stesso DNA: pare sia stato portato in California da un ungherese. Da uve del vitigno Primitivo in purezza si produce la DOCG Primitivo di Manduria Dolce Naturale.

  • Negroamaro: vitigno a uva nera molto scuro, da cui l'etimologia nero nero. È il vitigno prediletto per i rosati perchè basta un contatto di poche ore per tingere. Le uve conferiscono una rotondità generale che da piacevolezza (è difficile sbagliare un Negroamaro!). Altre caratteristiche sono la poca acidità, il poco tannino e la polpa dolce e succosa. È un vitigno che si accomnpagna bene con altri.

    Il primo grande Negraamaro fu il Patriglione. Viene spesso abbinato alla Malvasia Nera, sua "ancella" che lo stempera.

I vitigni delle Murge – Bari

vitigno Bianco d'Alessano
Il vitigno Bianco d'Alessano, caratterizzato da uve a bacca bianca

Le Murge (dal latino murex, che significa murice, roccia aguzza) sono un altopiano di forma quadrangolare, situato nella Puglia centrale. L'area è delimitata a Nord dal Tavoliere delle Puglie, a ovest dalla Basilicata e digrada verso la costa e in direzione sud fino a lambire i confini della Terra di Bari, per un'estensione totale di circa 4000 km. Il clima dell'area interna è collinare, con escursioni termiche generose e buone precipitazioni, e si addolcisce verso la costa grazie all'azione mitigante del mare, che smorza sia le rigide temperature invernali causate dai venti freddi dei balcani sia il caldo delle estati torride.

Fra i vitigni più importanti troviamo:

  • Verdeca: vitigno a bacca bianca generalmente utilizzato in unione ad altre uve. Dà luogo ai seguenti vini Denominazione d'origine: Locorotondo, Martina Franca e Vesuvio.

  • Bianco d'Alessano: vitigno a bacca bianca molto diffuso in passato, il Bianco d'Alessano ha perso molto terreno a causa della sua bassa produttività comparata a quella della sua varietà concorrente di zona, il Verdeca appunto. In unione ad altri vitigni dà luogo ai seguenti vini Denominazione d'origine: Locorotondo, Gravina, Lizzano, Martina Franca o Martina. È, inoltre, utilizzato per produrre vermouth.

  • Chardonnay: in quest'area, è stato visto come questo vitigno dia buoni risultati infatti Gancia e Antinori, due delle più importanti case viti-vinicole italiane, stanno facendo investimenti in questa zona.

Nella zona costiera l'autoctono per eccellenza è il Moscato bianco, da cui si produce la DOP Moscato di Trani, vino tradizionale dolce e naturale che rappresenta il fiore all’occhiello di molte delle aziende del territorio.

I vitigni del Foggiano

Uva di Troia Puglia
Uva di Troia, tipica del Foggiano

La zona del Foggiano si trova nell'area vitivinicola della Daunia, situata a nord della Puglia e delimitata ad est dal massiccio promontorio del Gargano. Questi caratteri morfologici determinano un clima tendenzialmente continentale, caratterizzato da inverni molto freddi ed estate lunghe e torride. Il terreno, caratterizzato una da buona capacità drenante, si lascia penetrare agevolmente dalla vite, assicurandole un buon rifornimento di liquidi e sostanze minerali.

Fra i vitigni del Foggiano troviamo l'Uva di Troia. Vinificato nell'Alta Murgia e caratterizzato dalla raccolta tardiva, negli ultimi anni è diventato il terzo vitigno a bacca rossa dopo Primitivo e Negroamaro. L'uva, poco zuccherina, dà vini con buona finezza e poca tannicità. Il vino prodotto si chiama Nero di Troia, anche detto "Vino del Nord".

Da Uve di Troia si produce anche la DOCG Castel del Monte Nero di Troia Riserva, in zona Murge – Bari e DOC Cacc'e mmitte di Lucera. Quest'ultimo vino viene prodotto da Uve Troia, con l'aggiunta di Montepulciano e Sangiovese. Il suo nome racchiude la tecnica di produzione: con i criteri del frantoio, ogni produttore porta le sue uve e aspetta il suo turno per la vinificazione, senza però interrompere il ciclo di produzione.

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