Intervista a Patricia Peixoto, enologo in Portogallo
Patricia Peixoto, una delle donne enologo più emergenti in Portogallo, lavora presso la cantina Casa Santa Vitoria in Alentejo, nel sud del Portogallo, una società che appartiene al gruppo di Hotel Vila Galé, tra le più visitate del Paese. Il suo entusiasmo passionale per il vino e per il suo lavoro hanno indotto la rivista l'Enologo a intervistarla, per portare ai lettori la sua testimonianza.
L’intervista
D: "Tu sei una delle enologhe più conosciute del Portogallo. Cosa ti ha spinta a intraprendere questa particolare professione?"
R: "Quando ho iniziato i miei studi universitari, la mia preferenza era la tecnologia alimentare. Ho comunque deciso di entrare alla facoltà di Enologia, senza avere una particolare conoscenza dell’ambito vitivinicolo, ma con un grande piacere di imparare. Sono stata ispirata dal gusto del vino, dalla chimica e dalla parte relativa alla produzione. Un anno dopo aver intrapreso gli studi di enologia ho fatto il mio primo stage in vendemmia e lì ho avuto la folgorazione. Mi ricordo della frenesia che avevo di imparare.
Nonostante le poche ore di sonno, amavo il dinamismo della cantina nel momento del ricevimento delle uve. Ancora oggi durante la vendemmia mi rimane addosso un’adrenalina indescrivibile, una dose di allegria, euforia, energia, ma anche una certa nostalgia quando si giunge al temine… poi si tratta di preparare la nuova annata! È stato provandoci che ho capito la passione per il vino e il piacere di produrlo".
D: "L’azienda per la quale lavori, Casa Santa Vitória, è una realtà emergente, ce ne parli un po’?"
R: "Casa Santa Vitória è una cantina che appartiene al gruppo di Hotel Vila Galé, che è il secondo maggior gruppo alberghiero del Portogallo e rappresenta per me una costante sfida.
Abbiamo una gamma di vini adeguata al nostro target e al mercato che abbiamo conquistato, tuttavia siamo pienamente coscienti del fatto che il cammino prevede di crescere e diversificare. Per tale ragione siamo preparati al futuro e aperti ai cambiamenti, alle nuove tendenze e alle diverse esigenze.
Nella nostra grande tenuta (1.620 ettari) abbiamo hotel, cantina, azienda di produzione di olio di oliva, 127 ettari di vigna, 150 ettari di uliveto, 100 ettari di frutteto e animali. Riceviamo molte persone, gruppi che arrivano sia dal Portogallo che dall’estero, il che ci ha permesso di diventare una delle cantine più visitate dell’Alentejo, grazie all’offerta dell’enoturismo.
Abbiamo una cantina molto ben equipaggiata in termini di tecnologia e lavoriamo con una grande diversità di qualità nei nostri lotti che ci permette di produrre da un lato una gamma di vini base più leggeri, fruttati, delicati e giovani, dall’altro una gamma di vini premium con una struttura singolare, una certa complessità ovvero vini più longevi e che altresì dimostrano la nostra qualità con i grandi marchi".
D: "Qual è il tuo vino “del cuore”?"
R: "È difficile rispondere... ce ne sono tantissimi, di vari Paesi e produttori. Tra quelli che produco qui a Santa Vitória scelgo il vino a seconda dell’occasione e del cibo. A partire dalla gamma base fino a quella premium mi piacciono tutti. Per me tutti i cibi hanno bisogno di vino e tutto il vino ha bisogno di cibo… il segreto è riuscire a trovare la perfetta armonia fra entrambi.
Quando l’uno non si sovrappone all’altro abbiamo trovato il connubio perfetto. Possiamo trovarci di fronte a un vino giovane e leggero con un pasto altrettanto leggero o possiamo trovarci di fronte a un vino più strutturato e intenso con un pasto altrettanto condito e complesso nella sua realizzazione. In tal modo avremo sicuramente un momento unico ed entrambi gli scenari ci trasmetteranno un piacere enorme, sia con un vino più leggero, creato in modo che preservi la sua frutta, la sua giovinezza e la sua morbidezza senza grande complessità, sia con uno più strutturato, complesso, tannico con, ad esempio, una lunga permanenza in barrique e in bottiglia".
D: "La famosa guida Lonely Planet ha inserito l’Alentejo, regione in cui tu lavori, fra le migliori destinazioni turistiche. Quanto ciò è dovuto al vino?"
R: "L’Alentejo è un posto unico. Ha un paesaggio fatto di vaste pianure che oggigiorno, con più acqua a disposizione, ci appare più verde, con molte culture nuove, vigne, uliveti ecc. Sono stati fatti grandi investimenti agricoli e altri verranno fatti, contribuendo a creare nuovi posti di lavoro. Il clima è piacevole e sia i vini che la gastronomia sono una fantastica attrattiva. Attualmente c’è una vasta scelta di alloggi, quindi ci sono tutte le condizioni perché si sviluppi bene. Si trova a un’ora e mezza da Lisbona ed è sulla strada per l’Algarve, che è una destinazione molto ambita in ambito turistico. C’è lo sforzo di diverse entità per promuovere l’Alentejo e ciò che può offrire. Per esempio nella nostra tenuta l’offerta è allettante poiché assieme a questa pace e tranquillità abbiamo qualche locale e molte attività per il tempo libero, tipo giri in mongolfiera, in bicicletta o in quad, attività equestri. E poi, chiaramente, la gastronomia e la degustazione di vini in posti unici con paesaggi indimenticabili. Pic nic in vigna e nella cantina delle barrique sono molto ambiti".
D: "Nel corso degli ultimi anni i rossi e bianchi dell’Alentejo stanno crescendo in qualità e stanno ottenendo riscontri notevoli in fatto di critica e diffusione. Quali sono le peculiarità di questi vini?"
R: "Viste le caratteristiche naturali di questa regione, esiste un potenziale fantastico per la produzione di vini abbastanza diversi, vini per un certo verso più commerciali, giovani, morbidi e fruttati ma, dall’altro lato, vini con una maggior longevità e struttura, giocando anche con le varietà chiare e un grande lavoro di enologia. Cerchiamo di produrre vini bianchi accattivanti, freschi, il che non è facile in questa regione a causa dell’intensa maturazione delle uve, ma con la profonda conoscenza delle varietà e delle condizioni climatiche, penso che ultimamente si siano realizzati dei vini bianchi fantastici e accattivanti. Con il vantaggio di poter controllare i costi di produzione in modo efficiente. Portando un solo esempio siamo riusciti, grazie all’esposizione delle vigne, ad avere una raccolta delle uve meccanica senza comprometterne la qualità, ottimizzando il processo nel ricevimento delle uve in cantina.
L’Alentejo è una regione con un enorme potenziale che è necessario padroneggiare profondamente per riuscire poi a produrre vini diversi in funzione del nostro obiettivo, per cui è stato fatto un lavoro interessante mettendo assieme tutto il know how emerso al fine di potenziare e promuovere questa regione e i vini che vi si producono.
Numerosi marchi sono stati premiati da giurati in concorsi nazionali e internazionali che dimostrano il progresso che questi vini hanno compiuto. Non c’è uno straniero che non ami i vini portoghesi e in questo caso concreto l’Alentejo, essendo una regione con una produzione di vino più recente se comparata a quella di altre regioni, ha rivelato un potenziale gigantesco con grande qualità e che fa parlare soprattutto per le varietà, per le condizioni naturali e per il lavoro degli Enologi".
D: "E i vini nell’anfora? Cosa ne pensi?"
R: "Il vino in anfora ha caratteristiche uniche ed esclusive che non possono essere confrontate con altri. In Portogallo, nello specifico nell’Alentejo, si è discusso sul mantenimento e sulla conservazione di questa tradizione che è stata sviluppata dai romani. Nonostante le leggere sfumature che ognuno può applicare alla tecnica, il modo di fare questi vini è quasi sempre lo stesso da sempre. Oggigiorno le tecniche hanno subito una leggera evoluzione per facilitare qualche lavoro, ma nell’essenza… tutto si mantiene invariato. Ne ho assaggiati alcuni con un enorme carattere e grande qualità, vini fantastici e molto ben lavorati, molto diversi da quelli che siamo abituati a provare ed è con molto rispetto che mi complimento con coloro che tutti i giorni lavorano così duramente per mantenere viva questa tecnica. Nonostante il consumo dei vini in anfora rappresenti un mercato di nicchia, si tratta di un vino che merita di essere opportunamente spiegato al suo consumatore. Chi lo prova normalmente ne diviene un estimatore. Speriamo che cresca il suo consumo in modo da diventare motivazione per i produttori".
D: ".... il tuo sogno nel cassetto?"
R: "Allora, sono naturalmente una persona anticonformista, ambiziosa, dinamica, energica con una sempre grande volontà di imparare. In questo momento sono legata ad un progetto che mi fa sentire realizzata e che mi permette di alzarmi tutti i giorni saltando dal letto con un’enorme motivazione. Per tutto ciò che lo circonda, le persone, il clima, il dinamismo, la volontà di crescere, i nuovi progetti e perché, comunque, non ci sono certamente due giorni uguali. Non so che cosa riserva il futuro, spero sfide. In questo gruppo abbiamo acquisito un’altra cantina in un’altra regione vitivinicola e stiamo cercando di espanderci ulteriormente.
Pertanto c’è la stessa scarica adrenalinica di quando tutto è iniziato a 17 anni con un semplice stage in vendemmia, in una piccola cantina che ha determinato in modo netto il mio futuro e la mia vita professionale al punto tale che oggi penso ci fosse una ragione per cui, nonostante la tenera età, cercavo sempre l’ultima goccia di vino dalla tazza di mio papà. Conoscere Paesi e vini è il mio modo per mantenermi aggiornata e continuare a lavorare. Gestire questo progetto rappresenta una vita che è stata davvero generosa con me!"
Da l'Enologo - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani
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