Alla scoperta del vino in Portogallo
Da l'Enologo - n°7 - 8 Luglio/Agosto 2017 - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani
Il Portogallo è una delle “forze” europee nel mondo del vino. Le esportazioni sono di circa 750 milioni di euro, quindi si tratta a tutti gli effetti della quarta potenzia europea per commercio estero e della decima potenza mondiale. La struttura delle esportazioni del Portogallo è piuttosto peculiare: il principale importatore di vini portoghesi è la Francia, presumibilmente per la passione dei nostri cugini per il Porto (oltretutto Vranken Pommery è produttore di porto) e il terzo mercato è addirittura l’Angola, certamente per via del passato di colonia portoghese. Considerata poi la produzione di vino di circa 6-6.5 milioni di ettolitri possiamo dire che l’export di 2.8 milioni rappresenta una quota del 40-45% circa, non dissimile da quella italiana.
La produzione vinicola del Portogallo è storicamente divisa fra i vini da tavola, in prevalenza rossi, e i suoi due famosi vini fortificati. Tra le regioni storiche c’è sicuramente il Douro, principale meta di questo viaggio, dove risiede la produzione del vino Porto, ma anche vini bianchi, un po’ meno apprezzati, e i rossi, ottenuti in genere dalle uve Tinta Barroca, Touriga Francesa, Touriga Nacional, Tinta Roriz, Tinto Cão.
Riportiamo l'itinerario del viaggio studio di 31 enologi di Assoenologi, alla scoperta dei pregiati vini rossi del Douro e i vini verdi della valle del Minho terra dell’Albariño.
Visita a Graham’s, antica cantina di Porto
Le nostre visite sono iniziate proprio da una delle più antiche cantine di Porto, la Graham’s, posizionata di fronte alla città vecchia, sulla sponda opposta del fiume Douro, nella cittadina gemella di Vila Nova de Gaia, famosa nel mondo per la produzione del miglior vino Porto del Portogallo (fino al 1986 il disciplinare stabiliva che tutto il Porto dovesse essere affinato e imbottigliato a Vila Nova de Gaia).
Graham’s nasce nel lontano 1820 quando i fratelli William e John Graham, scozzesi commercianti tessili, iniziano la produzione di vino nella Valle del Douro dopo esser stati pagati, per un debito insoluto, con 27 barili di Porto. La passione e la loro capacità manageriale fa che nel corso dei decenni e grazie a importanti acquisizioni come Quinta Dos Malvedos (1890), la Graham’s diventi un punto di riferimento assoluto. Al punto che Sir Winston Churchill diventa il loro cliente più affezionato.
Dopo 150 anni, nel 1970, la società passa di mano e viene acquisita dalla Symington Family Estates; oggi condotta da cinque cugini (Paul, Johnny, Rupert, Dominic e Charles) che oltre a Graham’s gestiscono altri marchi storici del Porto come Warre's, Dow's, Cockburn's e Quinta do Vesuvio sviluppando, tra i primi, anche alcuni importanti marchi del Douro Doc in collaborazione con la famiglia Pratz di Bordeaux. Varcare l’interno delle cantine, circondate da muri di granito da mezzo metro che garantiscono temperature costanti, è stato come calarsi in uno spazio temporale che porta dietro nel tempo. Ci siano trovati a passeggiare tra una quarantina di toneis botti da 1000 litri) e balseiros (grandi tini di rovere che possono contenere fino a 10.000 di vino) e tra cataste di vecchie pipes (i barili da Porto, se ne contano fino a 2000) che ancora contengono vini della fine del 19°secolo. La struttura, oltre ad una degustazione di tre diverse tipologie di Porto, ci ha offerto una bella esperienza gastronomica nello spettacolare ristorante affacciato sulla città di Porto.
La Valle del Douro in Portogallo
Dopo la visita alla Graham’s, il giorno successivo, siamo partiti di buon ora per la valle del Douro. 48mila ettari di vigneti su terrazzamenti per questa rinomata regione del Portogallo nella quale si producono vini di altissima qualità oltre al famoso Porto. Vigneti adagiati sulle colline circondano il fiume formando un paesaggio incantato. La vallata, patrimonio mondiale dell'Unesco, è tra le regione viticole più antiche del mondo. La regione del Douro è stata la prima ad essere delimitata al mondo nel 1754 suddivisa in: Douro Superior, Alto Corgo e Baixo Corgo, per motivi strettamente economici per limitare la produzione degli allora vini denominati “Porto”. L’influenza dell’uomo è stata fondamentale in questi terreni montagnosi misti argilla e calcarei con la costruzione di terrazze per coltivare l’uva oggi con allevamenti a guyot e cordone speronato.
Il fiume Douro è uno dei più lunghi della penisola iberica: con i suoi 925 chilometri, ricorre il Nord-Est della Spagna, giunge in Portogallo e continua il suo percorso fino all'Atlantico, andando a definire le sponde di Porto e Vila Nova de Gaia, sede dei principali stabilimenti di vino Porto.Qui abbiano visitato due cantine, Quinta do Tedo, una cantina boutique, produttrice di alta qualità, e Quinta Nova de Nossa Senhora do Camo (Madonna del Carmelo), a Sabrosa. L’enologo consulente di entrambe le cantine è Jorge Alves, che ha condotto la prima visita.
Quinta do Tedo è un'antica proprietà dell'800 che ha unito le tradizioni della Borgogna con quelle della California. I proprietari Vincent Bouchard e Kay Steffey Bouchard hanno rivitalizzato un’azienda venerabile ed hanno creato tre nuovi diversi vini di Porto. Possiede una classificazione "Single Quinta", l'equivalente portoghese di "Estate", "Domaine" o "Azienda". Il 100% delle uve proviene dai 14 ettari di vigneti di proprietà classificati "A", il punteggio più alto stabilito dal "Portuguese Instituto do Vino do Porto", l'equivalente del francese "Grand Cru". Quinta do Tedo coltiva con il metodo biologico e le sue uve provengono esclusivamente dai suoi 37 ettari di vigneti di classe "A” (meno del 2% dei 100.000 ettari di denominazione della Valle del Douro sono di classe "A"). I vigneti hanno una media di 35 anni e producono 1,5 tonnellate per acro. Questa bassa resa per viti mature crea sapori concentrati e un alto livello di complessità nei loro Porto e Vini Rossi.
Quinta Nova de Nossa Senhora do Camo (Madonna del Carmelo), è situata a Sabrosa, nella valle del Douro, all'interno di 120 ettari di vigneti. È una tradizionale casa padronale trasformata nel primo Wine hotel del Portogallo. Tutto intorno giardini, una piscina e i vigneti gioiello a perdita d'occhio. La cantina è stata acquistata nel 1999 dal gruppo Amorim, la cui filosofia è ben delineata: valorizzare e rendere identificabile il terroir specifico di Quinta Nova, producendo vini classici e garantendo l'alta qualità attraverso una viticoltura rigorosa, con continue innovazioni nei metodi di vinificazione.
Qui tutto è grande: la cantina, le grandi vasche di acciaio lagares, dove una volta si pigiavano le uve con i piedi, lasciandole macerare sulle bucce per poi ottenere il porto (ora dotata di impianti e apparecchiature enologiche all'avanguardia gestite e controllate da un avanzato sistema computerizzato); le grandi cisterne in acciaio e le numerose barriques di rovere ungheresi.
La giornata di domenica è stata invece dedicata alla regione del Vinho Verde e alla scoperta dell’Albariño, una varietà di uva bianca della Galizia (denominazione Rias Bixas) che nel nord di Portogallo si conosce come Alvarinho e si impiega nella produzione del Vinho Verde.
Valle del Minho e il Vinho Verde del Portogallo
Vinho Verde è quindi la zona del nord-ovest, sopra a Porto fino al confine del Portogallo, conosciuta in tutto il mondo per i suoi vini bianchi leggeri e freschi. Qui si percorre un paesaggio altrettanto verde, suddiviso in piccoli appezzamenti che occupano tutta la regione del Minho e si estendono sino al fiume Vouga. Il nome di vinho verde sarebbe dovuto al colore predominante nella zona o alla sua acidità caratteristica, quasi fosse stato prodotto da uve raccolte ancora acerbe, e dunque verdi. I vigneti, concentrati soprattutto lungo i fiumi, subiscono l’influenza dell’Atlantico e le viti, cercando il sole, si abbarbicano agli alberi, si arrampicano su pergolati e adornano i campi costellati dai caratteristici espigueiros (costruzioni in pietra e in legno dove si depositano le pannocchie di granturco). La coltivazione dei vigneti si suddivide in nove subregioni (da nord verso sud): Monção e Melgaço; Lima; Basto; Cávado; Ave; Amarante; Baião; Sousa e Paiva In questa zona si produce soprattutto Vinho Verde Doc e Vinho Regional Minho.
Un tratto distintivo della regione è la coltivazione della vite in terreni che facevano parte delle case signorili. A Monção, nell’estremo nord della regione, a Palácio da Brejoeira, si produce uno dei vini più nobili della regione, l’Alvarinho. Ed è proprio qui che è stata svolta la prima visita della giornata, conclusa con una degustazione condotta dall’enologo João Garrido. Palácio da Brejoeira, dal 2010 patrimonio nazionale, è un eccezionale edificio neoclassico del XIX secolo che costituisce un insieme sorprendente: il palazzo, la cappella, i boschi, i giardini, e, naturalmente, i vigneti e la vecchia cantina. Tutto è assolutamente affascinante e seducente per la sua armonia. Qui sono coltivati a vigneto 18 dei 30 ettari totali, piantati con la varietà di uva Albarinho, meraviglioso vitigno a bacca bianca, base del Vino Verde. La designazione Albarinho è riservata ai vinhos verdi prodotti nella subregione Monçao e Melgaço, che sono caratterizzati da una più alta gradazione(da 11 a 14 gradi e una diversa struttura e corpo rispetto al resto dei vinhos verdi.
Nel 1937, la proprietà del Palazzo è stata venduta a Francisco de Oliveira Pais, di Lisbona suo quinto proprietario. Nel 1960, per fallimento, il palazzo fu acquistato dal partner di sua figlia, Feliciano Pereira dos Anjos, che costruisce una moderna cantina e nel 1977, lancia sul mercato con grande successo, il proprio marchio.
Nel pomeriggio siamo passati in Galizia per visitare la Bodegas La Val, uno dei marchi storici della denominazione Rias Baixas, accompagnati dall’enologo José María Ureta Guzmán. La cantina è una delle più importanti in termini di vinificazione propria, in quanto i suoi vigneti forniscono praticamente tutta la produzione. Inoltre, le strutture sono in grado di produrre più di 1 milione di litri di vino.
Nel 2003 hanno trasferito le strutture produttive a Finca Arantei, in una nuova e moderna cantina dotata delle più moderne tecnologie di vinificazione. L'edificio della cantina si trova in una tenuta di 35 ettari di vigneti, di cui 6.600 metri quadri sono la superficie utile dell'intero edificio.
Le strutture produttive sono di 3.800 metri quadrati, mentre il resto sono uffici, ingresso, sale per eventi, laboratori, cucina, sale degustazioni. La produzione annuale è di circa 500.000 bottiglie.
Da l'Enologo - n°7 - 8 Luglio/Agosto 2017 - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani
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