di Laura La Torre

La vite ed il vino erano conosciuti fin da tempi remoti.

Nei travertini di San Vivaldo in Toscana, di Ascoli Piceno e di Fiano Romano, sulla Via Flaminia, presso Roma, sono stati rinvenuti esemplari fossili di vitis vinifera, attribuibili, con la tecnica dei radioisotopi, al periodo quaternario, cioè un milione di anni fa. Ma è solo nella metà del II millennio a.C. che la pratica enologica si diffonde in molte zone dell'Italia, prima attraverso i contatti con la civiltà cretese-micenea, poi con la colonizzazione fenicia ed infine con quella greca.

Uomo e Natura

Si può dire che il filo conduttore che per secoli ha determinato la trasformazione dell'uva in vino, pur sulla base della costante evoluzione tecnologica, non si è mai interrotto ed ha determinato una splendida simbiosi tra fattori naturali e fattori umani. Per quanto concerne i primi, nello scorrere dei tempi la vite non è stata mai abbandonata a se stessa, ma la scelta dei terreni, dei vitigni, della metodologia di allevamento, hanno portato l'antica pianta rampicante alle attuali selezioni clonali ed il vino, dall'antica rozzezza alle molteplici ed accattivanti tipologie attuali.

Per quanto concerne il fattore umano, il suo intervento nella storia del vino non si è limitato ai soli aspetti tecnici e cioè al solo miglioramento dell'intera filiera produttiva, ma ha riguardato la fissazione di regole precise per disciplinare la produzione della bevanda e la sua utilizzazione a salvaguardia sia del produttore che del consumatore. Il settore vinicolo ha coinvolto, quindi, oltre ai tecnici vitivinicoli, quelli della comunicazione, della politica sociale e del diritto.

Vino e Legislazione

In particolare, tenendo conto della peculiarità del prodotto "vino", il diritto è presente e disciplina l'intera filiera che va dall'impianto del vigneto alla bottiglia. In sostanza il legislatore ha stabilito cosa può considerarsi "vino" sia pure nelle sue diverse tipologie e come lo si può e deve ottenere. Considerando le vicissitudini del vino nel tempo, si rileva come, fin dall'antichità, il vino è stato distinto da altri alimenti più "pacifici" quali il grano e l'olio ed è stato oggetto di una disciplina che andava oltre le modalità di produzione e commercializzazione fino a riguardare i consumi. Tale situazione si è realizzata perchè il consumo del vino è stato considerato un fatto "socialmente rilevante" per i risvolti che può produrre sui comportamenti umani. Il vino infatti non fornisce soltanto calorie ed altri elementi nutritivi, ma agisce anche sulla psiche del consumatore ed è per questo che fin dall'antichità il suo consumo è stato disciplinato con regole di comportamento.

Tali regole, prima di carattere religioso, poi sociale, sono divenute norme giuridiche, tese ad incentivarne l'uso e a frenarne l'abuso. Le limitazione del consumo contemplate in alcune religioni, specialmente in zone calde, il divieto di bere vino che i romani imponevano alle donne ed ai giovani, le punizioni per gli osti che, nel medioevo, annacquavano il vino, sono l'esempio della disciplina imposta in società che peraltro collocavano il vino tra le bevande curative o importanti e lo utilizzavano nei riti sacri quale simbolo della divinità.

Benefici del vino

In conclusione il vino è una bevanda sana (Pasteur), che quindi fa bene purchè assunto nella giusta misura. I benefici effetti della bevanda de qua si compendiano non solo nel ridurre i rischi di insorgenza di alcune malattie, ma anche nell'assicurare uno stato di benessere fisico e psicologico e poichè per "salute" non dobbiamo intendere solo l'assenza di malattie, ma anche un buon livello qualitativo della vita, il vino dovrebbe entrare di diritto nelle diete alimentari.

Per quanto concerne le regole, è evidente che le regole "socioeconomiche" potevano andar bene in una piccola società chiusa. Quando però il mercato da locale è diventato nazionale, poi internazionale ed infine globale è nata l'esigenza di regolamentare la materia su basi giuridiche.