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Innovazione e sostenibilità: Montefalco New Green Revolution

12 Settembre 2016
Innovazione e sostenibilità: Montefalco New Green Revolution
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Il mondo del vino italiano ha intrapreso un percorso di sviluppo profondamente caratterizzato dalla sostenibilità. L’approccio alla sostenibilità di questo movimento è fondato su di una visione olistica dell’impresa all’interno della società e dell’ecosistema, ponendosi finalità ampie ed esaustive sia sociali sia economiche sia ancora ambientali. Se sono prevalse ricerche e modellizzazioni improntate su sfere ambientali e su caratteristiche tecniche è invece molto decisa l’intenzione delle imprese di orientare il proprio modello di sviluppo sul miglioramento dei territori e delle prestazioni sociali dell’impresa, con una decisa attenzione alle ricadute positive sui contenuti del prodotto finito (forum nazionale della sostenibilità).

A Montefalco, da alcuni anni, è in fase di sviluppo un progetto per la valorizzazione e salvaguardia dell’identità produttiva e culturale del territorio. Il progetto è denominato “New Green Revolution” e nasce proprio con l’obiettivo di creare un protocollo di produzione sostenibile in campo vitivinicolo capace di valorizzare i vini di Montefalco sui mercati internazionali.

La nuova rivoluzione verde in corso di sperimentazione abbraccia un concetto ampio di sostenibilità, che non si esaurisce con l’adesione delle aziende ai modelli di produzione bio (che sono una parte di un sistema più complesso e articolato), ma si misura nella capacità del territorio, e delle sue aziende, di strutturare un modello economico per un nuovo livello di qualità del prodotto.

L’innovazione in campo tecnologico e la crescita della conoscenza e della specializzazione degli operatori, nonché l’adozione di pratiche di gestione efficienti e dal ridotto impatto ambientale e la condivisione di esperienze e la messa in rete di cultura e capacità, sono solo alcuni aspetti di una vivacità culturale e imprenditoriale alla base di una rinascita del fenomeno Sagrantino.

Il protocollo è stato realizzato attraverso il contributo scientifico dell’Università di Milano, che ha analizzato l’organizzazione delle cantine del territorio e i principali standard di sostenibilità internazionali, e di tecnici agronomi specializzati e società di consulenze nel settore agroalimentare, che, nel 2013, hanno condotto a certificazione l’intero modello trasformandolo nel primo protocollo italiano di sostenibilità territoriale certificato in campo vitivinicolo.

Dopo una fase iniziale sperimentale e di collaudo, il protocollo entra ora in una fase operativa che deve conseguire il più ampio consenso tra le imprese del Sagrantino per ottenere un vero successo territoriale.

Un modello di comunicazione innovativo per la valorizzazione e la promozione delle colline del Sagrantino con l’obiettivo di sintetizzare, in un unico messaggio emozionale, la bellezza di un territorio denso di storia e di cultura.

L’esigenza progettuale risiede nella volontà di trasferire nella bottiglia di qualità l’innegabile valore aggiunto che solo i territori viticoli d’eccellenza possono esprimere. In una fase storica nella quale le merci perdono la loro identitaria origine, a Montefalco si propone lo sviluppo di un modello di profondo attaccamento territoriale dove le imprese, e i loro vini, diventano ambasciatrici di un lungimirante progetto di sostenibilità e di eccellenza della produzione italiana nell’epoca della green economy.

Le innovazioni della New Green Revolution

Negli ultimi anni a Montefalco, grazie alla programmazione del PSR 2007-203 della Regione dell’Umbria, sono stati realizzati numerosi progetti di innovazione per migliorare la qualità e l’efficienza della produzione nel contesto di un rinnovato sviluppo sostenibile del territorio del Sagrantino. Indubbiamente, il primo progetto per importanza è il protocollo si produzione sostenibile “Montefalco 2015: The New Green revolution”.

New Green Revolution
Il logo del progetto "New Green Revolution"

Il protocollo, sintetizzato in un decalogo di valori, è stato sottoscritto da diverse cantine del territorio e sottoposto a certificazione nel 2013 divenendo uno dei primi protocolli di sostenibilità a livello territoriale certificato in Italia in ambito vitivinicolo. Il protocollo non si limita a certificare l’impegno delle aziende al miglioramento dell’impatto ambientale, ma evidenzia anche i livelli di sostenibilità economica e sociale dell’impresa.

Proprio in questo contesto sono state sviluppate altre idee potenzilamente rivoluzionarie per il distretto produttivo. Una su tutte è stato lo studio, la progettazione e la realizzazione di un atomizzatore a recupero di prodotto per zone collinari capace, in soli tre anni di sperimentazione, di abbattere del 50% il consumo di prodotti fitosanitari in vigneti collinari.

Il prototipo, oggi in fase di ulteriore sviluppo, è stato pensato per portare la tecnologia del recupero di prodotto in vigneti con forti pendenze trasversali (come quelli del territorio del Sagrantino), migliornado notevolmente l’efficacia di sistribuzione dei prodotti fitosanitari e azzerando la deriva e la caduta a terra di sostanze chimiche.

Sempre in tema di miglioramento della gestione dei trattamenti fitosanitari, nel 2015 è stato realiazzato un progetto denominato Grape Assistance che ha portato alla creazione di una rete agrometeorologica territoriale collagata ad un sistema di supporto alle decisioni (DSS) in grado di modellizare lo sviluppo delle principale malattie della vite.

Un gruppo di tecnici del territorio, inoltre, ha eseguito monitoraggi periodici con rilevatori GPS all’interno dei vigneti del territorio del Sagrantino al fine di emettere bollettini agrometerologici settimanali con informazioni sullo stato delle infezioni, sugli interventi da effettuare e sulle previsioni a 5 giorni della situazione fitopatologica in vigneto. Il progetto verrà ripresentato nella nuova stagione produttiva ampliando il supporto alle aziende e introducendo le buone pratiche agricole sintetizzate nel protocollo di produzione sostenibile New green Revolution.

Numerose altre innovazioni sono state progettate per migliorare anche la gestione del suolo come la seminatrice da sovescio a rateo variabile (Tecnosemina), capace di differenziare le essenze da seminare in relazione a mappe di prescrizione georiferite, o il sistema di timbrature in campo (3K.0) per operatori agricoli tramite badge RFID per moniotrae l’avanzamento delle operazioni agronomiche tracciando qualsiasi intervento di gestione. Anche delle prove di pilotaggio automatico delle trattrici in vigneto sono in corso di sperimetazione tramite l’utilizzo di tecnologia di posizionamento RTK capace di ridurre l’errore di manovra a pochi centimetri. Ma la sostenibilità non è solo ambientale, ma anche economica e sociale. Per questo motivo sono state sostenute numerose iniziative di promozione del territorio volte a valorizzare il modello Montefalco.

Prototipo per recupero vigneti
Prototipo per il recupero del prodotto nei vigneti con forte pendenza

Tra le tante, senza dubbio, #Montefalconelcuore è quella che ha visto la maggiore partecipazione di soggetti privati, associazioni e amministrazioni pubbliche per promuovere la cultura, il paesaggio e l’enogastronomia di un distretto d’eccellenza. Il progetto ha portato in pochi anni alla raccolta di fondi per l’acquisto di un importante manoscritto del pittore fiorentino Benozzo Gozzoli che ha indelebilmente legato la propria storia a quella di Montefalco grazie allo stupendo ciclo di affreschi del 1452 dipinti nella Chiesa di San Francesco.

Nel 2015 il progetto ha anche portato al restauro di una pala d’altare del Gozzoli di proprietà dei musei vaticani e tutt’ora in esposizione al Museo cittadino (ad oggi oltre diecimila visitatori hanno potuto ammirare l’esposizione a Montefalco). La viviacità di un territorio deve, però, essere sostenuta da nuove generazioni adeguatamente formate per comprnedere ed interpretare le nuove sfide che i modelli di produzione sostenibile lanciano a livello globale.

Per questo motivo da due anni è attivo sul territorio un corso di specializzazione post diploma per il settore agroalimentare (ITS agroalimentare dell’Umbria) che ha l’obiettivo di formare nuovi addetti per il mondo vitivinicolo capaci di confrontarsi con le nuove tecnologie e le nuove necessità che il mondo della produzione di altissima qualità richiede. I ragazzi seguono un percorso didattico di due anni durante il quale alternano lezioni teoriche a laboratori pratici e stage in aziende del territorio con l’obiettivo di sviluppare l’adeguata preparazione per entrare nel mondo del lavoro con la qualifica oggi richiesta.

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