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Gli sforzi del Governo non bastano per superare la crisi del vino post Covid

04 Agosto 2020
Gli sforzi del Governo non bastano per superare la crisi del vino post Covid
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Da l'Enologo - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

Cinquanta milioni di euro dal Governo per la distillazione di crisi. Ma i 2,75 euro per % Vol/hl alcool, previsti per i vini comuni, rischiano di non bastare. Il mondo del vino per sopravvivere alle conseguenze del Covid, in termini finanziari, ha bisogno di ulteriori aiuti. L'ha messo nero su bianco anche il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella che, in qualità di numero uno della Sezione territoriale Lazio Umbria, ha scritto agli Assessorati regionali competenti chiedendo un'integrazione al contributo statale, così da far salire la cifra a 4 euro se ad essere distillati saranno i vini a denominazione di origine.

Gli sforzi del Governo non bastano per superare la crisi del vino post Covid
Giuseppe L'Abbate, sottosegretario alle Politiche Agricole'

Ma andiamo per ordine, cominciando da quanto deciso dal Governo guidato dal presidente Giuseppe Conte. “La distillazione di crisi consente di togliere dal mercato quantitativi di vino che potrebbero creare turbative, con ripercussioni sui prezzi – ha spiegato il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate – Sosteniamo il settore e, al contempo, rendiamo disponibile alcol da utilizzare a fini industriali, quindi anche per la produzione di disinfettanti.

Ringrazio tutti per il lavoro svolto e per aver trovato un accordo tra le diverse esigenze di un settore che aveva iniziato in grande spolvero il 2020 ma che ha dovuto subire in maniera devastante l’impatto della pandemia, con la relativa chiusura del canale Horeca in Italia e all’estero che rappresenta lo sbocco commerciale privilegiato per il comparto vitivinicolo nazionale. Siamo certi che con politiche di sostegno e di rilancio – ha aggiunto L’Abbate – potremo riconquistare il posto che il vino italiano merita nel palcoscenico mondiale”.

La richiesta di Assoenologi

Dal Ministero delle politiche agricole viene anche ricordato che i 50 milioni di euro stanziati sono stati ricavati attraverso la rimodulazione dei fondi disponibili per il Piano nazionale del settore vitivinicolo, assegnando alla distillazione di crisi parte dei fondi inizialmente destinati al finanziamento della misura della distillazione dei sottoprodotti, per un importo di 10 milioni di euro, parte di quelli relativi al pagamento dei saldi della misura della promozione del vino sui mercati dei Paesi terzi e delle economie realizzatesi nella misura, per un importo di 18 milioni di euro. “A ciò si aggiungono 22 milioni di euro derivanti da probabili economie di spesa che si realizzeranno nel corso dell’esercizio finanziario 2019-2020”, è stato ulteriormente specificato.

L’aiuto - è stato inoltre sottolineato - verrà elargito ai produttori da Agea e sarà concesso attraverso la stipula di un massimo di 2 contratti di distillazione per i volumi di vino comune, giacenti in cantina, purché abbia una gradazione alcolica minima di 10° vol. Misure che possono essere accettate per il vino comune, ma che diventano esigue per la “fascia” più  alta, come ha scritto Cotarella nella lettera inviata alle Regioni Lazio e Umbria.

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Riccardo Cotarella, Presidente dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani Assoenologi'

Lo strumento della distillazione di crisi del vino, disposto dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, e destinato ai vini non a denominazione di origine e non a indicazione geografica, ci pare un primo dispositivo importante e significativo, un segnale chiaro che il Governo ascolta le associazioni di categoria e legifera in accordo con esse - si legge nel documento - Tuttavia, se l’aiuto pari a 2,75 euro per %vol/hl alcool può essere ragionevole per i vini generici – sottolinea il presidente - certamente ci sembra insufficiente a ricompensare quei tanti produttori che si vedranno costretti a declassare i loro prodotti a denominazione di origine, al fine di poter beneficiare di questa misura”.

Ricordiamo brevemente che il vino a denominazione di origine - ha aggiunto Cotarella - per sua natura, è un prodotto che costa sensibilmente di più alle cantine, in quanto le rese in vigna sono molto più basse e i costi sopportati per la trasformazione più elevati. Per questo motivo, seguendo un percorso già intrapreso da altre Regioni italiane - quali il Piemonte, il Veneto, l’Emilia Romagna, le Marche - vi invitiamo a considerare, in aggiunta, un aiuto economico regionale per adeguare i 2,75 euro per %vol/hl alcool portandoli a circa 4 euro per %vol/hl alcool, esclusivamente per quei vini a denominazione di origine che verranno declassati”.

Il patto per l'export

Se l'immediato richiede misure adeguate per fronteggiare la crisi, guardando al futuro c'è bisogno di un piano ben definito per affrontare una realtà economica che rischia di mettere in ginocchio migliaia di aziende, di ogni settore.

Gli sforzi del Governo non bastano per superare la crisi del vino post Covid
Guardando il futuro c'è la necessità di un piano che affronti al meglio la crisi

Il Governo ha di recente sottoscritto con il mondo imprenditoriale italiano e le parti sociali, un “Patto per l'export” al fine di rilanciare il made in Italy nel mondo. Un “Patto” che è stato delineato partendo dalle criticità post Covid che il Paese si trova ad affrontare come ad esempio “la sensibile riduzione delle quote di mercato rispetto ai principali concorrenti” oppure “il crollo della domanda estera nel settore turistico, che richiede interventi straordinari di rilancio dell’offerta turistica nazionale e dell’attrattività dell’Italia come meta turistica”.

Ma anche “la necessità per le piccole e medie aziende di un’ormai urgente digitalizzazione delle proprie attività commerciali per superare le attuali difficoltà di accesso alle piattaforme internazionali di e-commerce”.

I sei pilastri del documento

Sono invece sei i pilastri su cui si fonda il documento: la comunicazione, la promozione integrata, la formazione/ informazione, l'e-commerce, il sistema fieristico e la finanza. Partendo dal sesto punto si legge nel documento che occorre “potenziare le risorse pubbliche destinate all’offerta di finanziamenti a tassi agevolati e sistemi di garanzia, assicurandone il completo ed efficiente utilizzo da parte del sistema imprenditoriale.

Ampliare e semplificare le opportunità della finanza agevolata a favore della giovane imprenditoria e delle start-up. Occorre integrare quanto più possibile il ciclo virtuoso tra internazionalizzazione delle imprese ed attrazione degli investimenti esteri di qualità in Italia, grazie anche ai nuovi strumenti resi disponibili dal Governo”. Sul fronte della comunicazione il governo e i firmatari dell'intesa ritengono necessario “realizzare campagne di comunicazione strategica e integrata a favore del made in Italy e di tutte le nostre filiere, della loro qualità e sicurezza, con l’utilizzo massiccio di piattaforme digitali e il coinvolgimento di personalità note al grande pubblico in Italia ed all’estero. Promuovere la conoscenza estesa dell’Italia, del suo territorio e delle sue eccellenze, in tutti i settori”.

Mentre per la promozione integrata si legge che serve “coniugare in una logica di sistema le eccellenze del made in Italy nei diversi profili: economico, culturale, scientifico e tecnologico, per massimizzare l’impatto dell’azione promozionale e contribuire a veicolare un’idea d’Italia, i cui punti di forza tradizionali si affianchino all’innovazione, alla tecnologia, alla bellezza e qualità del made in Italy”.

50 milioni di euro per il marchio Italia

Nel “Patto per l'export” sono state  esplicitate anche le risorse al momento disponibili - 1,4 miliardi di euro – per l’attuazione dei 6 pilastri strategici: 316 milioni sono destinati per il Piano straordinario made in Italy e per gli altri programmi promozionali dell’Ice (comprensivi di economie derivanti da annualità precedenti).

Dell'importanza di promuovere i prodotti italiani nel mondo, tra cui ovviamente il vino, ne aveva parlato anche Carlo Maria Ferro, presidente dell'Ice - l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane - nel corso del talk show realizzato da Assoenologi Tv sulla propria pagina Facebook durante le settimane di lockdown. In quell'occasione Ferro aveva ricordato come l'Ice avesse già individuato 50 milioni di euro per avviare una campagna di promozione del marchio Italia.

Saranno sufficienti per superare la crisi? Da più parti la risposta che arriva è “no”. La pandemia mondiale ha generato crisi profonde a tutte le latitudini del pianeta, agli sforzi dei singoli Paesi dovranno sommarsi quelli unitari dei continenti, a cominciare dall'Europa, chiamata più che mai all'appuntamento con la storia.

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