Tu sei qui

Il vino è afrodisiaco?

26 Novembre 2018
Il vino è afrodisiaco?
4.2
4.2 / 5 (su 10 voti)

Da l'Enologo - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

La scienza esclude che esistano cibi con effetto miracolistico sulla virilità. Sopravvivono tuttavia non poche credenze, che risalgono fino ad Omero e a Livio, per esplodere in pieno Rinascimento e sopravvivere fino ai giorni nostri, che vedono l'aspetto afrodisiaco in molti alimenti, tra cui soprattutto il vino.

L’argomento ricorre spesso. E si fa di volta in volta salottiero – con larga e divertita partecipazione dei presenti – o strettamente confidenziale. Perché parlare del potere afrodisiaco dei cibi, a dispetto di qualunque smentita, continua a tenere banco. E non per quella libertà sessuale, che oggi si conquista fin dall’adolescenza, ma per un’antica e consolidata credenza, che dal mondo classico è arrivata fino a noi. A cominciare da Omero, che – complice la maga Circe – ci intrattiene sul “Ciceone”, oscuro e arcaico Intruglio a base di vino, segale, formaggio e menta. A torto o a ragione ritenuto fonte di sicuri eccitamenti.

Gli afrodisiaci: una credenza molto antica

Così non sorprende che dalla Grecia gli afrodisiaci trovino spazio nei testi latini di Tito Livio, convinto divulgatore dei “balsami di Venere”, specie se accompagnati da una ricca degustazione di lumache.

Poi, la falsa facciata del moralismo medioevale terrà a freno (ma solo in apparenza) gli impulsi erotici, che avranno difficoltà a trovare spazio nei testi letterari. Ne consegue che si dovrà attendere l’esplosione del Rinascimento, con al centro l’uomo, la sua libertà e i suoi piaceri. Siamo a un deciso ritorno ai cibi - e alle relative alchimie - carichi di probabili effetti afrodisiaci.

È la stagione di quella sfrenata ricerca per un pieno godimento del sesso, senza infingimenti e senza ipocrisie. Questo spiega come facciano capolino, e trovino crescente riscontro, azzardate sperimenazioni con elementi spesso dannosi per la salute.

vino afrodisiaco
Vino rosso con zenzero e noce moscata

Le cronache non risparmiano neppure gli ambienti del Vaticano. Siamo nel 1634, e Antonio de Sgobbis, benché cuoco di papa Urbano VIII (o forse in virtù proprio di questo), realizza un composto di erbe– zenzero, ortica, pepe, noce moscata e cinnamomo – sciolte nel vino e mescolate con cervella di passeri e testicoli di gallo. Una giostra di ingredienti, senza alcun apparente legame fra loro, se non quella carica di suggestione capace di agire al di là di ogni reale stimolo.

Non è da escludere che anche la Chiesa abbia vissuto la stagione degli eccitanti sessuali. E non sempre sul fronte della condanna. Anche se si narra che San Girolamo avrebbe condotto una ferma campagna contro le fave, allora fra gli alimenti di più largo consumo per il loro modesto valore. Il rischio che il ricorso agli afrodisiaci si estendesse dai benestanti al popolo, dovette apparire al santo come un fenomeno da combattere.

Gli afrodisiaci tra mito e leggenda

La nostra ricostruzione - fra incerte cronache, segreti diari e tante leggende - potrebbe ancora offrire qualche testimonianza. Ma anche alimentare, nel contempo, una folla di interrogativi sulle funzioni stimolanti dei più vari ingredienti naturali. Il timo e la cannella hanno proprietà eccitanti? Al pari del coriandolo nel curry indiano, o della noce moscata?

Senza scomodare Machiavelli e la sua Mandragola, siamo ai confini del mito, visto che in ebraico il termine significa “frutto dell’amore”. Ma anche il ginseng, originario della Cina, pare sia un efficace coadiuvante nelle fatiche erotiche. Tesi che trova conforto nell’uso che ne fanno gli atleti nelle prove più impegnative.

Insomma, c’è da prestar fede alla funzione stimolante di alcuni cibi in fatto di sesso? Per non parlare dei cocktail variamente costruiti? La risposta continua ad essere legata alle incerte proprietà afrodisiache di alcuni cibi, quali ci sono pervenute da antiche tradizioni. È il caso degli alimenti che evocano organi genitali, come l’ostrica e la banana.

Cosa dice la scienza sul vino come afrodisiaco

vino afrodisiaco
Cibi afrodisiaci

In pratica – e i recenti studi condotti da Nicola Sorrentino, docente di Igiene nutrizionale all’Università di Pavia, lo provano ampiamente - non esistono sostanze che abbiano effetti miracolistici sulla virilità. Piuttosto, si possono indicare “una serie di alimenti in grado di favorire il rapporto sessuale. Il peperoncino, ad esempio, contiene la capseina, che migliora la microcircolazione. Ma anche il vino, a piccole dosi, ha la capacità di allentare i freni inibitori e migliorare la vasodilatazione...”. Fin qui la scienza. Così non ci resta che un buon calice di vino e un pizzico di peperoncino. In cambio, date sfogo alla fantasia, che è sempre la componente più valida per chi voglia “fare bene l’amore”.

Da l'Enologo - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

Ti è piaciuto questo articolo? Votalo!

Se l'articolo ti è piaciuto, metti le 5 stelline!

Altri articoli simili a "Il vino è afrodisiaco?"

I commenti dei nostri lettori

Aggiungi un commento