"Vinifera - Ripartiamo dalle radici": il nuovo libro sui portinnesti della vite
Se è vero che il “cervello” della vite sta nelle radici, il portinnesto è sempre più chiamato a svolgere un ruolo di primaria importanza nei fenomeni di resilienza agli stress. Sulla base di queste sempre più pressanti esigenze, dovute anche al cambiamento climatico, Assoenologi si è fatta carico di pubblicare "Vinifera - Ripartiamo dalle radici", un testo scientifico-pratico sull’argomento, scritto con la partecipazione attiva dei più importanti ricercatori italiani esperti dell'argomento tra cui A. Scienza, M. Crespan, L. Brancadoro, O. Failla, G. Moretti, F. Anaclerio, L. Caramanico e G. De Lorenzis. L'introduzione è di Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, e il prologo di Eugenio Sartori, direttore dei Vivai Cooperativi Rauscedo, la più grande azienda vivaistica-viticola del mondo.
Un'opera che mancava
L’importanza della scelta del portinnesto per la buona riuscita di un nuovo impianto, è ben nota a tutti i viticoltori, in quanto è alla base della risposta del vitigno alle condizioni pedo-climatiche, quale garanzia dell'equilibrio vegeto-produttivo della combinazione d’innesto.
A fronte di queste condivisibili enunciazioni di principio, molto spesso la scelta del soggetto è dettata più dalle consuetudini del luogo o dai consigli del vivaista, che da scelte agronomiche ed enologiche ispirate dalle reali esigenze della varietà e dell’obiettivo enologico. Il rischio è inoltre di sopravvalutare o talvolta di sottovalutare il ruolo del portinnesto alla luce della numerosa casistica raccolta nelle diverse regioni viticole italiane, sulla produzione di uva, di difficile interpretazione.
Spesso questi comportamenti sono la conseguenza di una inadeguata informazione sulle caratteristiche genetiche e di adattamento dei portinnesti disponibili per la mancanza di strumenti adeguati di conoscenza con i quali confrontarsi nelle difficili condizioni pratiche.
Questo limite nella conoscenza, avvertito da viticoltori e tecnici, è dovuto a diversi fattori tra i quali emerge da un lato la sottovalutazione del ruolo del portinnesto nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico nei diversi ambienti viticoli italiani e dall’altro dalla mancanza di materiale scientifico-descrittivo di facile accesso per le Scuole di enologia, Università fino ai tecnici e viticoltori.
Tale constatazione è facilmente dimostrabile se si pensa che l’unico testo italiano specialistico che tratta di portinnesti è stato scritto da Italo Cosmo, Andrea Comuzzi e Mario Polsinelli nel 1958.
Da allora tante cose sono cambiate nelle viticoltura del nostro Paese. In particolare, l’emergenza provocata dai cambiamenti climatici dovuta al riscaldamento globale che si manifesta modificando le manifestazioni vegeto-produttive nella vite, dalla diversa cronologia delle fasi fenologiche al cambiamento dei profili di maturazione, ha messo in luce il ruolo cruciale della ridotta disponibilità idrica, che si accentua di anno in anno. Da qui la realizzazione di questo libro.
Nato da un'esigenza specifica
Il volume si apre con le fasi della ricostruzione post fillosserica partendo dal ruolo assunto dal portinnesto nello sviluppo della cosiddetta “viticoltura moderna”, per poi trattare dell’origine e delle caratteristiche del genere Vitis, quale premessa alla creazione dei vari portinnesti.
La descrizione ampelografica dei portinnesti è integrata dalle doti di adattamento al suolo, dalla compatibilità d’innesto e dall’influenza sulla qualità dell’uva. Particolare attenzione è riservata alla tolleranza agli stress biotici e abiotici e ai programmi di miglioramento genetico.
Conclude l’opera un capitolo sul vivaismo viticolo che in questi ultimi anni ha sviluppato nuovi metodi di propagazione e migliorato quelli tradizionali. Un libro utile agli studenti, ai tecnici viticoli e agli enologi che non ha precedenti.
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