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Cina sempre più vicina al vino italiano

13 Settembre 2019
Cina sempre più vicina al vino italiano
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Da l'Enologo - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

È un momento di grandi opportunità per il vino italiano quello che si registra in Cina in questa prima parte di 2019. Se fino allo scorso anno le ricerche di settore davano riscontro di una situazione non certo confortante (l’ultimo winemonitor sulla percezione e il posizionamento del vino italiano in Cina datato luglio 2018 rilevava che quasi il 70% del campione intervistato non sapeva indicare il nome di neppure un vino italiano) oggi sembra soffiare un vento nuovo tra i consumatori cinesi. E le conferme arrivano proprio dagli operatori del settore.

Occorre promuovere la cultura del vino italiano in Cina

Mr. Sun Yongjian, Presidente della società Shenyang Mengze, un colosso della distribuzione del beverage nel paese del Dragone, è stato in visita a Firenze nel mese di maggio per incontrare aziende vinicole di cui aggiudicarsi i prodotti. “Il consumatore cinese oggi è sempre più interessato a fare nuove esperienze, a conoscere prodotti nuovi e ad ascoltare racconti di territori, culture, tradizioni. In questo il vino italiano, con la sua grande varietà e complessità, può appagare al meglio le richieste dei consumatori più curiosi.” - sostiene Mr Sun e aggiunge – “È fondamentale la promozione della cultura italiana del vino e l’educazione del consumatore cinese al suo consumo”. E con questo si trova pienamente d’accordo Silvana Ballotta, di Business Strategies, l’imprenditrice che, in maniera pionieristica, ancor più che lungimirante, ha aperto cinque anni fa una Accademia di vino italiano a Shangai e, a seguire, in molte altre città della Cina.

“Ho sempre pensato che per vendere il vino ai cinesi fosse necessario prima di tutto insegnargli a berlo!” – racconta Silvana Ballotta, elegante e instancabile promoter del Made in Italy in Cina che dalla sua base fiorentina studia i modelli didattici e coordina l’attività di formazione della Taste Italy! Wine Academy, oltre a ideare strategie a supporto delle aziende italiane in loco.

Vino italiano cina
Il vino italiano viene attira sempre più consumatori in Cina

L’obiettivo di BS Strategies per il vino italiano in Cina

“L’obiettivo di Business Strategies è aiutare le aziende italiane a intraprendere e portare avanti con successo percorsi di internazionalizzazione e il modo migliore per farlo, in Cina, è quello di aiutare i cinesi ad apprezzare il prodotto italiano, comprendendo la ricchezza di storia, cultura, tradizioni e innovazione che si cela dentro ogni buon bicchiere.

E l’apprezzamento che registriamo in ognuno dei nostri corsi, sia da parte dei professionisti che da quella degli amatori ci conferma ogni giorno che abbiamo intrapreso la strada giusta.”

La Taste Italy! Wine Academy è stata fondata da Business Strategies nel 2016 con il patrocinio di Ismea, Mibact e Ambasciata Cinese in Italia e collabora con UcDavis University of California, con l’Université de Bordeaux e l’Università degli Studi di Verona.

È il primo corso intensivo sul vino italiano indirizzato ai consumatori cinesi ed è organizzato su tre livelli: due dedicati ai wine lovers – approccio al vino italiano e approfondimento sul vino italiano – e uno dedicato ai wine professionals che qualifica i professionisti per una carriera nel mondo del vino.

Un paese in forte crescita

La maggior parte dei sommelier cinesi decide di seguire il corso WSET che fornisce una formazione approfondita principalmente sugli uvaggi internazionali, ma molti sono attratti anche dai vini autoctoni a conferma della crescita “culturale” dell’enologia in Cina.

Vino italiano in cina
La Taste Italy! Wine Academy rappresenta il primo corso intensivo sul vino italiano indirizzato ai consumatori cinesi

E il mercato cinese sta cambiando molto velocemente anche perché sta cambiando il modo stesso di stare a tavola. Sulla tavola cinese tradizionalmente, tutti i cibi vengono serviti contemporaneamente e questo fa sì che si consumino insieme cibi dolci e salati, dal sapore più e meno marcato e senza un ordine degustativo, cosa che ha sempre reso molto difficile il compito di scegliere i giusti vini per gli abbinamenti.

Adesso non di rado nei ristoranti vengono serviti pranzi di diverse portate secondo uno stile molto vicino al nostro.

Per Silvana Ballotta quindi “Le potenzialità sono effettivamente molto più marcate che negli anni precedenti, si tratta di continuare a investire con fiducia e impegno su un territorio che non è l’eldorado che si pensava un tempo, ma sarà sicuramente il paese di riferimento per l’export delle nostre aziende nei prossimi 20 anni”.

Da l'Enologo - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

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