Vino, prove scientifiche e legalità
Da l'Enologo - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani
Fare vino è un'arte che fa parte della nostra cultura, unisce il territorio e le sue tradizioni. Con la crescita dei mercati e l’aumento della sua importanza economica e sociale, il mondo del vino è stato negli anni, sempre più affiancato da leggi specifiche e severe, non solo relative al mercato nazionale, ma soprattutto per l’esportazione. Grazie alla qualità e tipicità dei nostri prodotti agroalimentari, l'Italia è riconosciuta tra i maggiori esportatori di prodotti alimentari di qualità del mondo.
Questo naturalmente comporta sempre maggiori controlli burocratici e analitici, necessari per tutelare la qualità dei prodotti e soprattutto il cliente finale. In questo contesto, la "scientificità" dei controlli riveste sempre più importanza: a fianco delle indagini tradizionali, si utilizzano verifiche specifiche: dalle indagini isotopiche, alle risonanze magnetiche protoniche, alle indagini sul Dna, atte a proteggere e rassicurare il consumatore finale, sui vari prodotti presenti sul mercato.
La prova scientifica nei controlli vitivinicoli: nuove metodologie analitiche
L'importanza economica che riveste il settore vitivinicolo impone un'accurata tutela a tutti i livelli. I controlli sono sempre più evoluti e sofisticati, sia dal punto di vista tecnico/amministrativo che per la sicurezza del consumatore finale.
Le verifiche analitiche non riguardano solo il vino “finito”, ma anche la materia prima “uva”, la quale subisce l’influenza della tipologia del terreno in cui viene coltivata (spesso alcuni terreni sono ricchi di metalli pesanti). Non dobbiamo infatti dimenticare i vari trattamenti fitosanitari che seguono la fase vegetativa e di maturazione delle uve, i quali, a causa dei continui cambiamenti climatici, sono sempre più in aumento.
Limiti massimi di residui per il settore della vigna e del vino
L'argomento dei limiti massimi di residui (LMR) è stato discusso per anni nelle riunioni degli esperti dell'OIV e alcune decisioni sono state già adottate ufficialmente, mentre in altre occasioni sono state espresse opinioni discordanti. Eccone una breve sintesi in ordine cronologico:
1. Durante le Assemblee Generali dell'OIV del 2006 e del 2007 sono state adottate due risoluzioni afferenti a questo argomento: – OENO 14/2006 suggeriva a ciascuno Stato membro di notificare al Segretariato dell'OIV i limiti massimi di residui di prodotti per il trattamento della vigna nei vini da loro adottati e se necessario, il loro aggiornamento.
2. Tali notificazioni saranno quindi pubblicate in una raccolta e diffuse nella maniera più adeguata, e – VITI 1/2007 suggeriva “ogni Stato membro dell'OIV notifichi al Segretariato dell'OIV la lista dei prodotti fitosanitari della vigna e i limiti massimali ufficiali di residui dei prodotti di trattamento ammessi per le uve, se necessario tenendo conto del tipo di uso, così come il suo aggiornamento periodico”.
3. Nel recente Piano Strategico dell'OIV 2012-2014, è stata inclusa l'azione K.5:
Tali informazioni si basano su:
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comunicazioni degli Stati membri, come richiesto dalle risoluzioni adottate dall’OIV;
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notifiche fornite dai paesi all'OMC;
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altre fonti: CODEX Alimentarius, UE, database sui LMR dell’USDA.
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