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L'olio di semi

13 Novembre 2023
L'olio di semi
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L'olio di semi è un tipo di olio vegetale composto da acidi grassi, in prevalenza mono e polinsaturi, il quale si estrae dai semi di varie specie di piante.

La composizione dell'olio di semi

La composizione degli oli di semi dipende dalle condizioni climatiche, dal tipo di terreno in cui si coltivano le piante e, in caso, dalla modificazione genetica dei semi. A causa dell'estensione delle colture erbacee in cui avviene la produzione di questo olio, il prodotto risulta meno costoso dell'olio di oliva e molto utilizzato nel settore alimentare. Ad esempio, l'olio di semi di arachide è dotato di caratteristiche organolettiche inferiori rispetto all'olio di oliva (che può essere utilizzato anche a crudo) ma in genere è utilizzato per le fritture a patto che non raggiunga il "punto di fumo", cioè non bruci per il raggiungimento di temperature eccessive.

L'estrazione dell'olio di semi

Una volta raccolti, i semi devono essere puliti da residui di terriccio e foglie. Ottenuto il seme pulito, si procede alla sgusciatura e nel caso dell'olio di semi d'arachide si toglie anche la pellicola che riveste il seme. Per i semi ad alto contenuto di grassi si esegue una macinatura al fine di ridurli in frammenti, poiché ridotti in farina tendono ad impastarsi se sottoposti a pressatura.

I semi di contenuto lipidico inferiore vengono invece ridotti in scagliette con un processo chiamato laminazione. In seguito vengono trattati con vapore umido il quale rende i semi morbidi (grazie ad una fase di riscaldamento) e pronti per essere estratti. La pressatura dà vita ad un olio di semi grezzo che necessita di essere rettificato al fine di eliminare il colore troppo marrone, affinare il sapore che risulta sgradevole e abbassare il livello di acidità. L'estrazione con solvente si pratica per i semi poco oleosi: in questo caso viene utilizzato l'esano, che scioglie la componente lipidica dei semi. L'estrazione avviene grazie a macchinari continui e discontinui, si procede poi alla distillazione che separa l'olio grezzo dal solvente seguita infine dalla raffinazione.

L'olio di semi di lino
L'olio di semi di lino prima e dopo la lavorazione

Raffinazione e neutralizzazione degli oli di semi

Il procedimento di raffinazione mira a rendere commestibile l'olio di semi.

La demucillazione serve ad eliminare le sostanze in sospensione nell'olio, le quali possono portare alla produzione di mucillagini, fosfolipidi, resine e sostanze che contaminano il prodotto.

Le sostanze che precipitano possono essere:

  • idrosolubili (allontanate quindi mediante acqua e successiva centrifugazione);

  • non idrosolubili (allontanate mediante l'utilizzo di acido fosforico e conseguente centrifugazione);

La neutralizzazione allontana gli acidi grassi saturi ed abbassa l'elevata acidità del prodotto. In questo caso sono utilizzati gli alcali i quali, reagendo con la soda, danno vita a saponi utilizzati nell'industria cosmetica. Subito dopo si procede con la distillazione che affina l'olio di semi con successivi lavaggi in acqua a 90°.

Altre fasi alle quali gli oli sono sottoposti sono:

  • la decolorazione (che elimina i pigmenti prodotti nell'ossidazione);

  • la deodorazione (che elimina l'odore sgradevole, grazie all'utilizzo di vapore);

  • la demargarinazione (che abbatte i trigliceridi)

Questi processi permettono di ottenere un prodotto sano e dotato di un sapore caratteristico.

Vari tipi di olio di semi

A seconda dell'estrazione dei semi e della tipologia di pianta si dà origine a svariati tipi di olio di semi. Ognuno di essi presenta delle caratteristiche ed una composizione preziosa formata da acidi e grassi che arricchiscono i valori proteici.

I tipi di olio più importanti sono:

  • Olio di semi di arachide: simile all'olio di oliva, grazie alla presenza di acidi grassi come l'acido oleico e linoleico.

  • Olio di semi di mais: estratto dai semi di Zea mais e coltivato anche in Italia; ha una composizione simile a quella dell'olio di girasole e in più contiene la vitamina E.

  • Olio di semi di girasole: la coltivazione del girasole è tipica dei paesi dell'Est, ma negli anni si è estesa anche in Europa ed in Italia. Questo tipo di olio ha una notevole quantità di grassi polinsaturi e vitamina E ma a causa dell'elevato grado di insaturazione va incontro all'irrancidimento; per questo è maggiormente consigliabile impiegarlo più come olio per friggere che per cucinare.

  • Olio di semi di soia: grazie al contenuto di acido linoleico e linolenico è un olio più corposo degli altri ed è in grado di soddisfare il fabbisogno giornaliero dei grassi essenziali.

  • Olio di semi di lino: molto ricco di Omega 3 è molto delicato in quanto l'acido linolenico si ossida facilmente; il processo di estrazione di quest'olio deve essere fatto accuratamente in assenza di aria e ad una temperatura controllata.

  • Olio di Argan: ricco di sostanze nutritive e salutari, questo tipo di olio viene utilizzato tanto in cucina quanto nella cura della persona; utilizzato fin dai tempi antichi, l'olio di Argan si compone di Omega 3, 6 e Vitamina B, sostanze che ne fanno un alleato unico per la salute.

I diversi tipi di olio di semi
I diversi tipi di olio di semi

L'olio di semi nella cosmesi

Le numerose e variegate proprietà che contraddistinguono i diversi tipi di olio di semi permettono ad essi di trasformarsi in veri e propri toccasana per il corpo, godendo di un frequente impiego nella cosmesi.

Nello specifico, a giovare delle sostanze nutritive che compongono gli oli di semi sono in primo luogo i capelli: essi traggono idratazione tanto dall'olio di semi di lino che li lucida e li rafforza, quanto dall'olio di Argan che combatte la forfora persistente e rende morbida la chioma.

Le peculiarità idratanti degli oli di semi ne hanno permesso infine il loro uso in prodotti naturali per il trattamento rinforzante ed idratante di unghie e pelle.

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