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Teroldego N.

Sinonimi ufficiali

Nome Ampelografico

Teroldego

Fonte

di I. Cosmo e M. Polsinellida "Teroldego", in Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume I, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, 1960

Sinonimi (ed eventuali errati)

Teroldigo e "Teroldega" in Trentino; "Toroldico" lungo il Lago di Garda (sponda veronese); "Tiroldico" (Goethe, 1876); "Tiraldega", "Tiroldela", "Tiroldigo", "Tiraldola", "Tiroldola", "Teroldola", "Terodola" (Rovasenda, 1877). Non si può confondere il "Teroldego" - scrive Dalmasso (1921 e 1946) - come qualche ampelografo tedesco ha creduto, col "Trollinger", che è tutt'altra cosa (il "Frankenthal" o "Schiavone" del Trentino). Lo stesso autore aggiunge che non esistono sottovarietà, per quanto alcuni - ad es. l'Acerbi (1825) - avrebbero voluto distinguerne uno "maggiore" e uno "minore". Il "Teroldego" non sembra doversi identificare neppure in quella certa "Terodola" che qua e là si trova sulle colline veronesi (Marzotto, 1925) e che il Perez (1883) sospettava invece sinonima del "Teroldigo" dei Trentini e dei Roveretani. (Quest'autore accenna però all'esistenza anche di una "Tirodola" o "Terodola" a frutto bianco, della quale - e non di quella a frutto rosso - ci ha lasciato una buona descrizione ampelografica, per cui è da presumere che fosse più importante dell'altra). Ne consegue che gli autentici sinonimi del vitigno che si descrive dovrebbero essere soltanto i primi quattro del nostro elenco. Da notare che il nome di "Terodola" viene in Valpolicella (Verona) attribuito per errore anche alla "Negrara" (Cosmo, 1939).

Scheda ampelografica

Descrizione Ampelografica

I caratteri ampelografici di questo vitigno sono stati rilevati su di un clone esistente presso la collezione ampelografica della Stazione Sperimentale di Viticoltura e di Enologia di Conegliano. I caratteri ivi riscontrati sono stati poi confrontati con quelli del "Teroldego" coltivato in provincia di Trento (Mezzocorona, Mezzolombardo, S. Michele) ed in provincia di Verona (Belluno Veronese, Lazise).
Germoglio di 10-20 cm
Figura 1: Apice di Teroldego. Apice: espanso, lanugginoso, di colore verde biancastro con bordi rosso-violacei.
Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): spiegate, lanugginose, di color verde biancastro con margini rosati o rosso violacei.
Foglioline basali (dalla 4a in poi): spiegate, pubescenti sulla pagina superiore, sublanugginose in quella inferiore, verdi con riflessi dorati e con leggere sfumature rosa nelle prime foglioline; tri e pentalobate con seni poco profondi.
Asse del germoglio: ricurvo.
Germoglio alla fioritura
Apice: espanso a ventaglio, verde biancastro con lievi sfumature rosa, lanugginoso.
Foglioline apicali: la prima piegata a doccia, le altre due spiegate, verde biancastre, lanugginose sulle due pagine, trilobate.
Foglioline basali: spiegata la 4a e ondulate quelle successive, con tomento aracnoideo sulla pagina superiore, sublanugginoso inferiormente, verdi, tri-pentalobate con seni poco pronunciati, margini fogliari spioventi.
Asse del germoglio: a pastorale, verde con sfumature nocciola carico, con qualche rado pelo.
Tralcio erbaceo: di sezione trasversale circolare, con superficie, un po' angolosa e glabra, di color verde con sfumature marron più marcate sui nodi.
Viticci: bifidi, lunghi, verdi, intermittenti (formula 0-1-2-0-1-2-).
Infiorescenza: piramidale, lunga 20-25 cm.
Fiore: normale, ermafrodita, autofertile (Cosmo, 1940).
Figura 2: Foglia di Teroldego. Foglia: grande, pentagonale, un po' allungata, trilobata; seno peziolare a V-U chiudentesi; seni laterali superiori poco profondi, a V o U; seni laterali inferiori appena accennati; angolo alla sommità del lobo superiore retto; lembo un po' ondulato con i margini dei lobi rivolti in basso; pagina superiore glabra, liscia, verde; pagina inferiore sublanugginosa, di color grigio verde; nervature appariscenti, rosee alla base nella pagina inferiore; denti mediamente pronunciati, in doppia serie, acuti.
Picciolo: di lunghezza e di spessore medi, striato in rosso vinoso, con leggero velluto.
Colorazione autunnale delle foglie : rossa.
Figura 3: Grappolo di Teroldego. Grappolo a maturità industriale: di grandezza media e più, allungato, piramidale (raramente cilindrica), alle volte con due piccole ali; di media compattezza; peduncolo visibile, lungo, di medio spessore, legnoso fino alla prima ramificazione; pedicelli medi, sottili, verdi o rosso-violacei; cercine poco evidente, verrucoso, rosso vinoso; pennello piccolo, rossastro; separazione dell'acino facile.
Acino: medio (diametro trasversale mm 14,6), di forma sferoide o leggermente subrotonda, regolare; buccia spessa, coriacea, pruinosa, di colore blu nero; ombelico persistente; polpa succosa, di sapore semplice, dolce, acidulo.
Vinaccioli: in numero di 2-3, di grandezza media, forma allungata.
Tralcio legnoso: di lunghezza media, poco ramificato; sezione circolare ellittica, superficie striata, nodi evidenti; internodi di lunghezza media (3-10 cm); superficie glabra, di color nocciola rossastro, violaceo ai nodi; gemme medie, coniche.
Tronco: robusto.

Fenologia

Condizioni d'osservazione: Si considerano quelle riguardanti la collezione ampelografica della Stazione Sperimentale di Viticoltura e di Enologia di Conegliano, nella quale il clone è stato introdotto.
Ubicazione
Per l'ubicazione, il clima, il terreno, ecc., nonché per le fasi di vegetazione della vite ed il calendario di maturazione dell'uva, si rimanda ad una delle seguenti monografie pubblicate in precedenza: "Tocai friulano", "Riesling italico", "Raboso Piave", "Raboso veronese", "Pinella".
Fenomeni vegetativi
Germogliamento: medio.
Fioritura: media.
Invaiatura: media.
Maturazione dell'uva: III-IV epoca (fine settembre-primi ottobre).
Caduta delle foglie: media-precoce.

Caratteristiche ed Attitudini colturali

Vigoria: buona. Esige terreni leggeri, permeabili e vuole potatura lunga.
Produzione: buona e costante.
Posizione del primo germoglio fruttifero: 2°-3° nodo.
Numero medio di infiorescenza per germoglio: 1.
Fertilità delle femminelle: nulla.
Resistenza alle malattie: un po' sensibile alla peronospora ed all'oidio; l'uva va un po' soggetta al marciume negli autunni molto umidi.
Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: normale.

Utilizzazione

Soltanto per la vinificazione (per farne vino da diretto consumo o da mezzo taglio).
Tutti i contenuti di questa sezione sono stati gentilmente forniti dal MIPAAF - Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali