Come s'è detto, per i motivi già esposti, lo studio venne limitato a pochissimi Moscati da vino a frutto bianco, coltivati in varie regioni d'Italia: dal Piemonte al Veneto al Trentino alla Toscana alla Puglia alla Sicilia alla Sardegna. Giunti alla fine dei rilievi ampelografici, ripetuti durante vari anni, e alla raccolta delle notizie colturali, tecnologiche, economiche relative a ciascuno di essi, si è proceduto ad un raffronto fra gli elementi raccolti, si da poter esprimere un giudizio finale circa la identità o la disparità fra i suddetti vitigni. Prima di esprimere tale giudizio conclusivo è però necessario avvertire che qui ci troviamo in uno dei casi più tipici di vitigni d'origine remotissima e d'antichissima coltura. E sono ben note le conseguenze di tale fatto su quello che potrebbe dirsi il polimorfismo del vitigno. Trattasi indubbiamente d'una popolazione quanto mai numerosa ed eterogenea, per la comparsa, attraverso i secoli, di tipi più o meno aberranti. E' quindi ovvio che tale popolazione comprenda una quantità di cloni, via via, e nelle varie zone di coltura, approssimativamente (certo non rigorosamente) selezionati, talora anche di valore colturale e tecnologico sensibilmente differente. E' altrettanto ovvio che le rispettive descrizioni ampelografiche, pur concordando nei caratteri essenziali, possano differire fra loro per alcuni caratteri secondari o per talune sfumature morfologiche, che però non consentono - nel loro complesso - una netta separazione di differenti sottovarietà. E nemmeno ci sembra lecito parlare pel Moscato bianco d'una "convarietà" (per seguire la moderna nomenclatura del Codice internazionale), comprendente svariate cultivar. Questo almeno per i seguenti Moscati considerati dallo studio ministeriale: Moscato bianco piemontese (di Canelli, Strevi, ecc.); Moscato dei Colli Euganei; Moscato di Montalcino (lo studio del Moscato o Moscatello di Montalcino venne abbandonato, dopo averne constatato l'identità con quello piemontese, data la minima importanza che esso oggi ha, essendo pressoché scomparse le "Moscadellaie" nelle quali si coltivava a Montalcino); Moscato di Trani; Moscaio di Siracusa; Moscato di Tempio (o di Sardegna). Diverso è il caso del Moscato giallo o trentino, i cui caratteri differiscono troppo da quelli dei sovraindicati per poterlo considerare un semplice clone (o una sottovarietà) del Moscato bianco. Esso quindi dovrà esser ritenuto come un vitigno differente.
Germoglio di 10-15 cm
Figura 1: Apice di Moscato Bianco.
Apice: espanso o medio (quasi piccolo - Temp.), lanugginoso (vellutato - Tr.; cotonoso - Sir.), verde chiaro con sfumature bronzate ai margini (verde biancastro con sfumature rosee - Eug.), verde pallido (Temp.).
Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): spiegate (a gronda - Tr., Temp.); pagina superiore con tomento aracnoideo; inferiore sublanugginoso (lanugginoso, Eug.; vellutato - Tr.; aracnoideo - Temp.); verde chiaro con sfumature rosso-bronzate (verde giallastro - Temp.).
Foglioline basali (dalla 4a in poi): spiegate (piegate a coppa - Eug. ; a gronda - Tr.; leggermente a gronda - Temp.); glabre superiormente, con tomento aracnoideo inferiormente (leggermente pubescente - Eug.; quasi glabre dalla 3a in poi - Sir.; glabre - Temp.); colore verde chiaro con dentatura a sfumature bronzate (verde screziato di marrone, Temp.).
Asse del germoglio: ricurvo (eretto - Eug., Temp.).
Germoglio alla fioritura
Apice: espanso (medio - Eug.); lievemente lanugginoso (vellutato - Tr.); colore verde chiaro, con orli sfumati in carminio (sfumature bronzate - Eug.).
Foglioline apicali: piegate a coppa (spiegate - Eug.; a gronda - Tr.; spiegato - Sir.; a gronda - Temp.); dapprima lanugginose, poi con tomento aracnoideo (vellutate - Tr.; lanugginose -Sir.; aracnoidee - Temp.); color verde, con striature e riflessi bronzei (verde bronzato - Eug.; verde bottiglia - Tr.; bianco verdastro le prime due, verde-ramate la terza - Sir.; verde giallastro - Temp.).
Foglioline basali: spiegate (ondulate - Eug.; a gronda - Tr.; leggermente a gronda - Temp.); pagina superiore glabra; inferiore con leggeriss. tomento aracnoideo e peli sulle nervature (glabre o con qualche lungo pelo - Eug.; glabre - Tr., Sir., Temp); colore verde, con sfumature bronzee (verde-chiaro - Tr.; verde ramate e verde - Sir.; verde screziate marrone - Temp.).
Asse del germoglio: ricurvo, talvolta tendente al pastorale (leggermente ricurvo - Temp.).
Tralcio erbaceo: a sezione ellittica (rotondeggiante - Temp.); angoloso (liscio - Eug.; leggermente costoluto - Temp.); glabro, con rado tomento aracnoideo specialmente ai nodi e all'apice (glabro - Eug.; quasi glabro - Tr.; con peli aracnoidi - Sir.); color verde con sfumature bronzee (grigio verde - Eug.; con striature carminate - Tr.; strie vinose - Sir.; verde con striature marrone-arancione - Temp.).
Viticci: intermittenti, 0-1-2-0-1-2-0-1-2; bifidi o trifidi; piuttosto grossi (sottili - Sir.); verde-giallognoli, con sfumature vinose alla base.
Infiorescenza: di lunghezza media (10-12 cm), cilindro-piramidale, talvolta alata.
Fiore: bottone piriforme, mezzano; fiore ermafrodito, normale (talvolta con 6 stami), corolla verde-chiaro, caliptriforme, autofertile.
Figura 2: Foglia di Moscato Bianco.
Foglia: pentagonale (orbicolare - Temp.); grandezza media (o piccola - Sir.); tri- e quinquelobata (5 lobate - Eug., Tr.), con seno peziolare a lira (a V stretto con bordi sovrapposti - Eug.; a V con bordi sovrapposti - Tr.; elissoidale chiuso, e anche con bordi sovrapposti - Temp.); seni laterali superiori chiusi con bordi sovrapposti (a U stretto con bordi paralleli o sovrapposti, profondi - Eug.; a lira chiusa - Tr.; a lira stretta, con bordi talora sovrapposti - Sir.; elissoidali chiusi, talora sovrapposti - Temp.); seni inferiori a V più o meno aperti e non sempre marcati (a V stretto poco profondi - Eug.; a V aperti, mediani, profondi - Temp.); pagina superiore glabra, inferiore pressoché glabra (con qualche pelo sulle nervature di 1° e 2° ordine - Eug.; aracnoidea - Sir.); lembo piano, sottile, lobi piani (piegato a gronda, spesso, lobi involuti - Eug.; lobi leggerm. involuti - Tr.; lembo ondulato - Temp.); rugoso, angolo alla sommità dei lobi terminali acuto (ottuso - Eug.); superficie del lembo ondulata (liscia - Eug., Tr.; ondulata - Sir., Temp.); colore delle nervature verde-chiaro, leggermente rosate alla base (verdi - Eug., Sir., Temp.); denti molto pronunciati, acuti, irregolari, convessi, a base stretta (a base larga - Eug.; media, Temp.; la dentatura delle foglie, molto spiccata e acuta, costituisce uno dei caratteri più salienti, che fanno riconoscere anche da lontano questo vitigno quando è frammisto ad altri; colore pagina superiore verde cupo; inferiore verde-chiaro (verde chiaro anche super. - Eug., Sir.); opaca; nervature sporgenti.
Picciolo: lunghezza e grossezza media (corto - Eug. ; sottile - Sir.; quasi grosso - Temp.); pressoché glabro (con qualche pelo lanugginoso); verde, con sfumature ramate (rossiccio - Eug.; rosa pallido - Temp.).
Colorazione autunnale delle foglie: giallo, con sfumature dorate.
Portamento della vegetazione: espanso.
Figura 3: Grappolo di Moscato Bianco.
Grappolo a maturità industriale: grandezza media (piccolo - Tr., medio o piccolo - Sir., Temp.); compatto (mediamente compatto - Tr., serrato o semi-serrato - Temp.); cilindro-conico (cilindro-piramidale - Eug., cilindrico - Temp.); con una o più raramente due corte ali; peduncolo visibile, di media grossezza, semi-legnoso (erbaceo - Eug.; legnoso, corto e grosso - Tr.; semi-legnoso, sottile - Sir.; corto, semi-legnoso - Temp.).
Acino: di grandezza media (o un po' meno - Eug.; piccolo - Tr.); sferoide, con ombelico persistente (non persistente - Sir.); prominente; a sezione circolare; buccia poco pruinosa, di color giallo dorato, che diventa ambrato nella parte esposta al sole, con caratteristiche maculature brunastre, abbastanza spessa, consistente; polpa consistente (molle - Tr., Sir.; quasi molle, sciolta - Temp.); sapore spiccatamente moscato, dolce; pedicello corto, verde chiaro, piuttosto esile; cercine evidente, verde (poco evidente - Sir., Temp.); pennello corto, giallo piuttosto grosso; separazione dell'acino dal pedicello facile (piuttosto difficile - Tr., difficile - Sir., Temp.).
Vinaccioli: da 2 a 3 per acino, di media grandezza, con becco sottile, piriformi, calaza tondeggiante.
Tralcio legnoso: di lunghezza media, robusto, elastico; con internodi piuttosto corti; corteccia ben aderente, con lenticelle, di colore nocciola chiaro (bruno - Tr.; marrone pallido o grigiastro, Temp.), liscia (con striature - Tr., Sir., Temp.), non pruinosa, nodi globosi (appiattiti - Tr.); gemme sporgenti, coniche; cercine piuttosto piccolo, evidente (non evidente - Sir.); diaframma piano (convesso - Tr., Sir.), più che medio.
Tronco: mediamente vigoroso.