Franciacorta: la produzione di un mito
Il termine Franciacorta identifica una DOCG di vini e spumanti della Lombardia. Al tempo stesso, quando parliamo di Franciacorta, definiamo non solo un vino, ma anche una metodologia di produzione e un intero territorio.
Scopriamo insieme l’unicità e il metodo di produzione di questo prestigioso prodotto, che contribuisce a dar lustro al nome dell'Italia nel mondo.
Il territorio della Franciacorta
La zona della Franciacorta sorge a ridosso del Lago d'Iseo, protetta dal Monte Orfano, che fa da barriera naturale alle correnti di aria calda. Questa collocazione, che garantisce temperature fredde e importanti escursioni termiche, dona al vino freschezza e acidità, caratteristiche peculiari di questo prodotto.
Il territorio della Franciacorta si è creato nel corso dei millenni grazie allo sgretolamento della montagna che, cadendo nel Lago d'Iseo, ha provocato fuoriuscite di acqua e detriti dando vita così ad un anfiteatro morenico naturale dove sorgono oggi i vigneti coltivati a Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero, con una produzione massima di 95 quintali di uva per ettaro.
La produzione del Franciacorta
Il Franciacorta è prodotto esclusivamente attraverso la metodologia della rifermentazione in bottiglia.
Esso è ottenuto da uve Chardonnay e/o da Pinot nero, anche se è consentito l’ulteriore utilizzo di Pinot bianco per un massimo del 50% del totale dell’uvaggio.
La raccolta di queste uve, che viene eseguita rigorosamente a mano, viene seguita da una spremitura soffice e dalla vinificazione separata dei diversi uvaggi, dando così vita alla cuvée, unione di vini base Franciacorta anche di differenti varietà, vigneti e annate. Dopo circa 7 mesi dal periodo della vendemmia, viene eseguito il tiraggio, l’imbottigliamento cioè della cuvée a cui si aggiungono lieviti attivi ed uno sciroppo di zuccheri.
La bottiglia viene poi posizionata orizzontalmente e ha così inizio la lenta rifermentazione naturale in bottiglia, che fa sviluppare anidride carbonica e dà origine alle caratteristiche bollicine, con conseguente aumento della pressione in bottiglia fino a 5/6 atmosfere e massimo 5 atmosfere per il Satèn.
A seconda della tipologia di Franciacorta che si sta producendo, si avranno tempi diversi di maturazione del vino in bottiglia: il vino rimarrà a contatto con i lieviti per un minimo di 18 mesi per il Franciacorta non millesimato, 24 mesi per il Satèn e il Rosé e 30 mesi per il Millesimato, fino ai 60 mesi del Franciacorta Riserva. Per quanto riguarda questi tempi, il Franciacorta risponde al più rigido Disciplinare di Produzione d'Europa: nessun altro vino prodotto con rifermentazione in bottiglia permane a contatto con i lieviti così a lungo.
La fase successiva è quella della sboccatura: le spoglie dei lieviti, depositatesi nei colli delle bottiglie grazie alla progressiva e continua roteazione e inclinazione delle stesse (scuotitura), vengono eliminate tramite la ghiacciatura dei colli stessi e l'espulsione del tappo di ghiaccio che ha inglobato tutti i sedimenti.
A questo punto si procede quindi al rabbocco: il livello nella bottiglia verrà cioè ripristinato grazie all'aggiunta dello sciroppo di dosaggio, costituito da vino base Franciacorta più zucchero. Sarà proprio la quantità di zucchero aggiunto allo sciroppo di dosaggio, che può andare da 0 a 50 g/l a determinare le tipologie di Franciacorta Non Dosato, Extra Brut, Brut, Extra Dry, Sec, Demi-Sec.
Le ultime fasi prevedono la chiusura delle bottiglie con il classico tappo a fungo con gabbietta metallica. Alla bottiglia finita verrà infine apposto il contrassegno di Stato della DOCG riconosciuta dal MIPAAF.
La DOCG Franciacorta
La DOCG Franciacorta viene prodotta nel cuore della Lombardia, in una zona costituita da ben 19 Comuni appartenenti alla Provincia di Brescia, che ricopre una superficie di 230 chilometri quadrati. I proprietari dei vigneti di questo territorio, per lo più industriali, hanno trasmesso alla produzione vinicola una componente imprenditoriale che ha fatto nascere un prodotto unico, proposto in un’ampia gamma di versioni.
I vini Franciacorta, inizialmente, detenevano la Denominazione d’Origine Controllata (DOC) ma, con il DM dell’1/9/1995, fu attribuita loro la DOCG. In questo modo, il Franciacorta divenne il primo Brut italiano ad ottenere un riconoscimento così importante, nonostante fosse nato solo negli anni ’60. Nel corso della storia sono state introdotte misure restrittive molto rigide al fine di migliorare la qualità di questo vino, tanto che è stato istituito un Consorzio dei vini di Franciacorta, in cui si trova il marchio registrato.
Il Franciacorta viene oggi considerato come un prodotto di riferimento tra le produzioni italiane a rifermentazione in bottiglia.
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