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Birra Peroni diventa giapponese

25 Ottobre 2016
Birra Peroni diventa giapponese
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Famosa in tutto il mondo, la Birra Peroni l'11 ottobre 2016 è diventata proprietà dell'importante gruppo giapponese Asahi Europe e, dopo una trattativa di circa 1 anno, apre in questo modo una nuova fase importante della sua storia, con nuovi scenari che le garantiranno un ruolo sempre da protagonista nel mercato mondiale della birra.

Birra Peroni ai giapponesi: un passaggio storico

Stabilimento Birra Peroni
L'interno dello stabilimento romano della Birra Peroni nel 1910

Il marchio Peroni è stato sempre uno dei più autorevoli tra le industrie produttrici di birra. La sua è una storia antica che risale addirittura al 1846, anno in cui fu prodotta per la prima volta la bevanda in base alla ricetta nota come “4 ingredienti”.

Nata durante il Regno dei Savoia a Vigevano, la proprietà aziendale è sempre stata caratterizzata dalla presenza di esponenti familiari della Peroni, fino a quando nel 2003 SABMiller ha acquistato da Isabella Peroni il celebre marchio che ha fin da subito dovuto far fronte ad alcuni problemi legati alla fusione con un altro marchio di livello internazionale come Grolsch. Così da qualche anno si era aperta la ricerca di nuovi proprietari che si è chiusa con il passaggio ufficiale ad un gruppo giapponese. Ciò dimostra la popolarità raggiunta da questo marchio a livello internazionale e soprattutto la notevole appetibilità anche in senso economico. Potrebbe così aprirsi una nuova strada per il commercio della Peroni, pronta a competere con i marchi di birra più famosi del mondo.

I dettagli del passaggio di Peroni ai nipponici

Asahi Europe
La birra giapponese Asahi

Il marchio Peroni, una delle maggiori eccellenze in Italia, lascia SABMiller, divenendo così di proprietà di Asahi Europe. Un passaggio complicato e che ha conosciuto anche diversi ostacoli negli ultimi tempi: infatti la trattativa è durata un anno circa, facendo attenzione anche ai minimi dettagli.
Un'acquisizione importante che segna una notevole crescita per il gruppo asiatico Asahi, che ha così concluso un'operazione da 2,55 miliardi di euro in cui sono comprese anche Miller Brands UK e Royal Grolsch. Un investimento che si è chiuso a cifre sicuramente superiori rispetto ai 410 milioni di euro con cui Sab Miller acquisì il marchio nel 2003. Il gruppo giapponese si aspetta molto anche sfruttando la notevole popolarità di Peroni non solo in Europa, ma anche in Asia.

Cosa cambia col passaggio ai giapponesi della birra Peroni?

Molti potrebbero pensare ad una serie di stravolgimenti, anche dal punto di vista della lavorazione: eppure l'azienda Peroni non intaccherà gli equilibri già esistenti. Ecco perché, su preciso volere del gruppo nipponico, continuerà la lavorazione della birra Peroni negli stabilimenti italiani di Roma, Padova e Bari.

Nessun pericolo dunque per i lavoratori che avranno modo di continuare a produrre e che tra qualche tempo potrebbero essere i protagonisti anche della produzione di nuovi tipi di birra. Anche il rifornimento di malto continuerà ad essere italiano: la Malteria Saplo di Pomezia continuerà infatti a tenere i suoi battenti aperti per Peroni. Le ricette tradizionali non verranno in alcun modo modificate, ma potrebbe esserci tra qualche tempo l'introduzione sul mercato di una birra dal sapore nuovo e che possa permettere alla Peroni di rimanere protagonista sul mercato.

Italia-Giappone: potente binomio dell'economia

Birra Peroni l'asse Italia-Giappone
L'acquisizione giapponese di Birra Peroni rafforza l'asse commerciale Italia-Giappone

Italia e Giappone sono in costante contatto per diversi aspetti, a partire da quello politico. Hanno infatti sortito effetti le visite di Matteo Renzi in terra nipponica e ciò potrebbe aver animato il dinamismo economico che esiste sull'asse Italia-Giappone. Inoltre, molti sono gli effetti positivi attesi anche a livello di marketing: le aziende nipponiche lavorano intensamente per tale finalità, ecco perché c'è da attendersi un notevole incremento delle campagne pubblicitarie di Peroni ed altri brand passati ai giapponesi. Ciò dimostra anche la notevole appetibilità della produzione italiana.

Le aziende italiane passate ai giapponesi

Il passaggio di Peroni al gruppo asiatico Asahi Europe non è certo l'unico caso. Ci sono infatti diverse aziende che sono state assorbite da gruppi nipponici, come l'Ansaldo Breda che ad inizio 2016 è divenuta di proprietà dell'Hitachi. Così come anche l'holding finanziaria Mitsubishi ha deciso di fare investimenti importanti in Italia. Sono quindi entrati a far parte di questo gruppo la DeLClima ed anche il Conservificio Ar che si trova nella provincia di Foggia.
Investimenti di un certo livello, proprio come quello della Daikin che per ben 95 milioni acquisterà nei prossimi tempi il marchio trevigiano Zanotti, leader nel campo della produzione di impianti di refrigerazione. Insomma, una rete economica che va sempre più rinforzandosi quella tra l'Italia ed il Giappone.

Ma se è importante promuovere investimenti esteri in Italia, forse sarebbe opportuno adoperarsi perchè gli stessi avvengano portando tecnologie e creando nuovo business, senza però privarci della proprietà dei nostri grandi marchi. 

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