La rivoluzione digitale della viticoltura
Cooperazione, tecnologia e formazione sono il futuro della vitiviticoltura nazionale.
Siamo oggi alle soglie delle seconda “rivoluzione” in viticoltura, nel senso kepleriano del termine. Se la prima è stata con l’arrivo della fillossera, la seconda, dopo più di 100 anni, è quella del digitale, resa ancor più necessaria da due emergenze: quella del cambio climatico e quella della sostenibilità.
Tali emergenze esigono l’applicazione di modelli predittivi per garantire la tempestività degli interventi e la riduzione degli input energetici.
E questa volta nessuna parte della filiera può esserne esclusa, dalla produzione al consumo, attraverso un sistema fortemente connesso e agevolato dalla diffusione degli smartphone.
Gli ostacoli all'innovazione della viticoltura italiana
I mezzi per realizzare la viticoltura di precisione sono ormai disponibili, ma non alla portata di tutti, in quanto il trasferimento di queste tecnologie al vigneto è il punto debole del processo di innovazione. Questo perchè la viticoltura italiana ha una forte parcellizzazione dei vigneti e una classe agricola anziana, che raramente va d’accordo con le nuove tecnologie, e soffre anche della mancanza di formazione specifica in questo campo da parte delle scuole professionali e superiori.
Gli ostacoli possono inoltre venire dalle forme di archeologia viticola come il bio ed il biodinamico,da sempre contrarie a qualsiasi innovazione.
Quali possibili soluzioni?
La soluzione può essere rappresentata dall’assunzione di responsabilità delle Cantine Sociali: basti pensare che il 50 % della produzione di vino italiano è prodotto dalla cooperazione. E' quindi necessario che le Cantine Sociali spingano verso questo cambiamento digitale per la fornitura di servizi alla produzione dell’uva coinvolgendo il contoterzismo, unico in grado di gestire le tecnologie complesse.
La rivoluzione digitale introdurrà inoltre una nuova modalità di fare il viticoltore, che può rappresentare uno stimolo alle nuove generazioni.
Per la nostra viticoltura questa scelta può rappresentare l’unica possibilità di sopravvivenza nei confronti di viticolture più estensive e innovative, come quelle del Nuovo Mondo, in quanto nei prossimi anni non è possibile sperare in un aumento di prezzo del vino, almeno di quello comune.
L'unica possibilità quindi per garantire reddito al viticoltore è quella dell’abbassamento dei costi e dell’aumento della produzione per ettaro, rendendo le aziende più efficienti grazie anche alla tecnologia e alla digitalizzazione.
Lungo la filiera i processi di digitalizzazione e della sensoristica sono di più facile applicabilità: possono essere infatti usati nei processi di trasformazione dell’uva, nella distribuzione e logistica, nei rapporti con i consumatori, a condizione in questo ultimo caso che l’impiego delle etichette intelligenti non si trasformi in una fabbrica di notizie false e mezze verità.
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