Il Chianti lancia un appello al Governo
“É a rischio l'intera promozione all'estero, stiamo accumulando troppi e gravi ritardi. I nostri concorrenti ringraziano”: con queste parole incisive Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, ha recentemente lanciato un accorato appello al Ministro dell'Agricoltura Gianmarco Centinaio. L'intento del presidente è infatti quello di portare all'attenzione del governo una questione spinosa che rischia concretamente di minare la promozione del vino italiano all'estero a causa dei ritardi ministeriali nella predisposizione degli atti amministrativi per chiarire le opportunità disponibili per aziende e Consorzi, alla luce del chiarimento emesso dalla Commissione europea.
Tali documenti, infatti, risulterebbero necessari per le imprese al fine di avviare la presentazione dei progetti di promozione per la campagna 2018/2019 sui fondi OCM (Organizzazione Comune Mercato vitivinicolo), ma i ripetuti ritardi del dicastero stanno immancabilmente favorendo la concorrenza estera.
A rischio la promozione del vino italiano all'estero: l'appello del Consorzio Vino Chianti
L'allarme lanciato dal Consorzio Vino Chianti pone ancora una volta la burocrazia sotto l'occhio critico del mondo imprenditoriale italiano, confermando la lungaggine amministrativa come prima nemica del Made in Italy. Infatti, prosegue Busi, “Ad oggi è stato semplicemente riproposto il decreto di attuazione dell’anno 2017, ma non sono partite le procedure necessarie per presentare i progetti e stiamo registrando gravi ritardi rispetto alla consueta tempistica. Non abbiamo più tempo, rischiamo di compromettere seriamente l’attività promozionale autunnale che come sempre è diretta verso i paesi asiatici, come Cina e Giappone”.
A fare da eco all'istanza del Consorzio Vino Chianti anche la voce di Enti e cantine, in pieno fermento per una situazione ormai divenuta insostenibile per il settore vitivinicolo nostrano, la quale getta nel caos assoluto il mercato del vino italiano ed il suo futuro.
Mai come in questi casi, però, è necessario agire in tempi brevi. Infatti, “Se non si farà nulla - come afferma in conclusione Busi - non ci saranno più i tempi tecnici per far partire le attività promozionali, lasciando campo libero ai nostri concorrenti. Chiediamo anche al Ministero di darci un’interpretazione sull’attività promozionale a lungo termine, oltre i 5 anni, nello stesso paese in base alle nuove indicazioni europee, sulle quali c’è ancora molta confusione. Tutto il lavoro fatto fino ad oggi, gli investimenti, i rapporti commerciali costruiti con il tempo sarebbero seriamente compromessi. E’ a rischio l’intero sistema del Made in Italy all’estero”.
Una questione, dunque, da risolvere al più presto per cercare di non intaccare l'export di vino italiano all'estero. E sarebbe un vero peccato, specialmente alla luce della qualità che contraddistingue i nostri vini, vera forza trainante del prodotto Made in Italy.
Infatti, nonostante i rallentamenti subiti tra i confini nazionali, il vino italiano continua ad essere largamente apprezzato nei mercati esteri in grande crescita. Nella cinese Canton, ad esempio, durante l'Interwine (una delle più grandi fiere del settore che si è tenuta dal 18 al 20 maggio scorso), il Consorzio Vino Chianti ha ricevuto un importante premio: il Chianti è stato riconosciuto come la denominazione più famosa in Cina secondo l’autorevole portale WineITA, numero uno al mondo nella promozione dei vini italiani nel paese asiatico. Ciò fa immancabilmente riflettere sul potenziale del prodotto italiano, troppe volte intralciato da cavilli burocratici e ritardi.
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