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Il vino in Lombardia: qualità e accoglienza

23 Maggio 2016
 Il vino in Lombardia: qualità e accoglienza
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Forse non tutti sanno che la Lombardia è una delle regioni più aperte all'enoturismo in Italia: questo non deve stupire se si pensa che quasi ogni cantina organizza percorsi in vigna, degustazioni e mostre all'interno dei propri spazi concorrendo allo sviluppo di una cultura del vino della quale a volte in Italia si sente la mancanza. 
Il rispetto della tradizione qui si intreccia con la sperimentazione e l'innovazione, ingredienti fondamentali per la produzione di vini di qualità ad alto valore aggiunto.

Uno sguardo al territorio della Lombardia

L'alternanza tra i paesaggi pianeggianti e lacustri attraversati da diversi corsi d'acqua con le catene montuose tipiche delle Alpi è ideale per una produzione vinicola varia e strutturata che risente dell'influsso dei diversi microclimi e della composizione del suolo.
All'interno della stessa regione, infatti, possono essere identificate diverse zone con differenti caratteristiche che richiedono colture differenti e producono uve dalle identità talvolta molto distanti tra loro.

Un viaggio alla scoperta dei vini della Lombardia

I vini lombardi sono raffinati: dai  Cruasé dell'Oltrepò Pavese ai Metodo Classico in Franciacorta, agli Sfurzat in Valtellina, per giungere ai rosati del Garda, ognuno di loro ha una voce unica che ci parla del territorio di provenienza e degli esseri umani che li hanno curati dalla vigna alla cantina.

Nel corso degli anni sono stati fatti diversi studi sulla composizione del suolo, l'esposizione e le caratteristiche climatiche dei distretti vinicoli della regione: ciò ha fatto sì che si riuscissero a individuare quattro zone diverse, ognuna con le proprie peculiarità, prediletta da vitigni differenti e con una produzione di vini talvolta anche molto varia.

I grandi rossi da Nebbiolo della Valtellina

Viaggiando tra le profonde vallate della Valtellina si può fare conoscenza con i grandi vini rossi da Nebbiolo, vitigno localmente chiamato Chiavennasca.

I vigneti si trovano tipicamente sul lato destro del fiume Adda, sono esposti a sud e raccolgono moltissima luce: è proprioda questa luce e dalla maturazione tardiva delle uve che si ricavano vini rossi di grandissimo pregio.
In questa zona le coltivazioni della vite a terrazzamenti e pergole rendono il paesaggio ancor più suggestivo e le forti pendenze obbligano i viticoltori a quella che viene definita viticoltura eroica.

Le grandi bollicine del Lago di Iseo

La zona a Sud del Lago di Iseo è tipicamente conosciuta come il territorio della Franciacorta, noto ai più per la produzione dei vini a Metodo Classico di altissima qualità con cui si è soliti festeggiare le grandi occasioni.

Condizione necessaria per la produzione di un ottimo spumante a Metodo Classico è il raggiungimento del giusto grado di acidità che qui il clima rigido e le forti escursioni termiche donano alle uve. Per quanto riguarda le proprietà organolettiche e la sapidità di questi vini, ci viene in aiuto la composizione del suolo di origine morenica: le catene montuose che circondano il Lago di Iseo si sono sgretolate nel corso dei millenni e nel processo hanno creato uno splendido anfiteatro morenico naturale attorno al lago dove sorgono oggi i vigneti prevalentemente coltivati a Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero.

Un paragrafo a parte va dedicato al Curtefranca, un vino DOC prodotto in queste zone, più precisamente nella provincia di Brescia, che esiste in due tipologie distinte: bianco fermo e rosso fermo.

La vivacità dell'Oltrepò Pavese

A sud di Pavia, attraversato il fiume Pò, si trova un altro degli itinerari vinicoli di maggiore interesse: l'Oltrepò Pavese, famoso per la produzione di vini rossi vivaci e frizzanti e spumanti a Metodo Classico.

In questa zona si predilige la coltivazione di Barbera e Croatina: due vitigni autoctoni dai quali si ricavano vini rossi come la DOC Buttafuoco, vino fermo, e la DOC Sangue di Giuda, frizzante.
Il Metodo Classico, infine, nell'Oltrepò Pavese punta sul Cruasé ed è ottenuto da uve Pinot Nero private della buccia e vinificate in bianco (minimo al 70%), unite a Chardonnay e/o Pinot Grigio o Bianco. 


La leggerezza sulle rive del Garda

La strada del vino lombardo che abbiamo intrapreso ci porta infine sulle rive del Lago di Garda dove la dolcezza del clima e la calma lacustre si mescolano con le uve che qui vengono coltivate conferendo leggerezza ai vini bianchi e rossi prodotti.
I vitigni prediletti sono il Groppello a bacca nera, tipico del territorio, e un clone del Trebbiano di Soave, il Trebbiano di Lugana a bacca bianca.

I vitigni coltivati in Lombardia

In Lombardia si coltivano tipicamente vitigni a bacca bianca e a bacca nera.
I vitigni a bacca bianca della Lombardia sono:

  • Chardonnay, il vitigno base per la produzione dei Franciacorta;
  • Pinot Bianco, che nella versione spumantistica sostituisce il Pinot Meunier;
  • Trebbiano di Lugana;
  • Tocai;
  • Riesling italico.

Tra i vitigni a bacca nera della Lombardia troviamo:

  • Barbera, uno dei vitigni più diffusi, che qui è frizzante e beverina;
  • Croatina;
  • Pinot Nero;
  • Chiavennasca, nome locale del Nebbiolo;
  • Merlot;
  • Cabernet Sauvingon;
  • Groppello.

Le DOCG  in Lombardia

In Lombardia sono state individuate 5 DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita):

  • Franciacorta DOCG, da uve Chardonnay e/o Pinot Bianco e/o Pinot Nero;
  • Valtellina Superiore DOCG, con vini da Chiavennasca con invecchiamento obbligatorio di almeno 2 anni;
  • Sforzato o Sfursat di Valtellina DOCG, ottenuto da uve appassite;
  • Oltrepò Pavese Metodo Classico, da Pinot Nero minimo 70%, Chardonnay e/o Pinot Grigio e/o Pinot Bianco;
  • Moscato di Scanzo, con invecchiamento obbligatorio di almeno 2 anni.

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